La Bestia di Salvini rischia di sgonfiarsi. Così l’Europa può neutralizzare il politico più social d’Italia

Un punto fermo: attualmente Matteo Salvini è il politico italiano più bravo a cavalcare i sentimenti e le convinzioni degli italiani. Ha sostituito Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, un tempo protagonisti della scena mediatica. Il leader della Lega ha conquistato il successo per varie ragioni: ha azzeccato le scelte politiche (prima tra tutte quella di andare al governo con il M5S lasciando gli alleati all’opposizione), ha appiattito il suo partito su se stesso, cancellando il fuoco amico, ha mostrato fiuto e attitudine ad anticipare “quello che pensa la gente” ed è sostenuto da una squadra social super, la cosiddetta Bestia. Ma quanto può durare? Alcuni segni di debolezza si intravedono: errori e crepe nel sistema mediatico salviniano.

La comunicazione del ministro dell’Interno si gioca su un filo sottilissimo, che finora l’ha legato agli italiani ma che rischia di spezzarsi. Innanzitutto a causa degli eccessi: la scelta di parlare di tutto ogni giorno comincia a farlo apparire come superficiale (passa dai migranti al calcio, dall’autonomia ai canili, dal tempo alla castrazione chimica, dalle minacce al ministro Tria ai baci alla fidanzata in barca). In questo modo riproduce la struttura paratattica di Internet, in cui tutto è messo sullo stesso piano e si sussegue come in una ruota. Non conta la gerarchia degli argomenti ma la conquista del “mi piace”. A lungo andare gli italiani potrebbero non sopportare questa leggerezza, soprattutto senza miglioramenti nella qualità della loro vita. Non solo.

La Bestia di Salvini rischia di schiacciarlo in Europa. Il leader leghista deve proporre un commissario per il governo guidato dalla Van der Leyen, che lui ha già accusato di essere la sorella (se non proprio la gemella) della Merkel. Spetta a lui farlo, dopo il risultato straordinario ottenuto alle ultime elezioni. In questo modo non può replicare il suo schema preferito, cioè attaccare l’Ue rimanendone fuori. Deve invece entrarci dentro. Come farà allora ad accusare la Commissione se ne farà parte un esponente scelto da lui?

Dunque, ora il terreno mediatico del vicepremier è destinato a cambiare. Troppo facile sbattere i pugni sul tavolo, chiudere i porti, vantarsi della diminuzione degli sbarchi, rilanciare l’inasprimento delle pene per gli spacciatori o per chi abbandona gli animali. La vera partita di Salvini comincia adesso. Vi immaginate quando l’Ue ci attaccherà per i conti che non tornano, il debito o le politiche sui migranti e i 5 Stelle cominceranno a dire: ma il commissario europeo scelto da Salvini che fa? Matteo, per favore, digli di essere efficace! A quel punto sì che la socialpolitik di Salvini sarà messa a dura prova.

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