Le piante dei vicini sconfinano nel mio giardino: ma se le tagli senza permesso TI VENGONO AD ARRESTARE | Tutto vero, c’è la sentenza ufficiale

l'erba del vicino - foto ilfogliettone.it

l'erba del vicino - foto ilfogliettone.it

A volte sembra tutto così semplice, ma le cose si complicano parecchio quando in “campo” scendono i vicini di casa… 

Lo diciamo e lo ripetiamo sempre: in ogni quartiere, palazzo o piccolo complesso residenziale, i rapporti tra vicini di casa rappresentano costantemente un equilibrio… delicatissimo. Rumori molesti, gestione degli spazi comuni e divisione delle spese sono solo alcune delle scintille che possono trasformarsi in veri e propri incendi. Non letterali, ma… quasi. Quel che l’esperienza insegna, insomma, è che anche nei condomìni la tranquillità può essere messa a dura prova anche da un semplice disaccordo su questioni apparentemente “banali”.

E che dire delle riunioni condominiali? Sspesso sono proprio queste a diventare un palcoscenico perfetto per le tensioni: pulizia delle scale, riparazione dell’ascensore, uso del cortile o dei parcheggi. Ogni decisione è analizzata al millimetro, e la legge – anziché semplificare… – a volte complica, introducendo regole e vincoli che non trovano consenso unanime. Non di rado, le discussioni si trascinano per mesi o anni, fino a sfociare nelle aule dei tribunali.

Un esempio classico riguarda l’ascensore: anche chi vive al primo piano è obbligato a contribuire alle spese, seppur in misura ridotta, secondo criteri stabiliti dal Codice Civile. Una regola chiara sulla carta, ma che nella pratica alimenta malcontenti e ricorsi.

Ma le controversie non si fermano ai piani alti. I cortili, i giardini e i garage possono diventare terreno di scontro: un’ombra che invade, un cancello chiuso male, o perfino foglie che cadono oltre la recinzione. Dietro questi episodi si nascondono rancori personali e vecchie ruggini che portano rapidamente ad avvocati e giudici.

Quando il campo di battaglia è… il giardino 

E non potremmo presentare il caso particolare senza citare il classico proverbio “l’erba del vicino è sempre più verde”. Questo è proprio quello che assume un significato letterale quando si parla di siepi, piante e alberi. Spesso basta una recinzione fuori posto o un ramo sporgente per innescare una disputa.

In alcuni casi, la “gelosia” si mescola alla convinzione di avere ragione, portando qualcuno a compiere azioni impulsive e pericolose dal punto di vista legale. Un episodio recente, discusso dal Tribunale di Imperia, lo dimostra chiaramente. La sentenza n. 272 del 21 maggio ha stabilito che tagliare le piante del vicino senza autorizzazione costituisce un illecito civile. Anche in presenza di rami o radici che invadono la proprietà, la legge impone di agire solo previa autorizzazione o tramite il giudice.

 

siepe villetta - foto ilfogliettone.it
siepe villetta – foto ilfogliettone.it

Erba, siepi e casi in cui entra in scena il tribunale 

Nel caso in questione, una società confinante aveva incaricato dei giardinieri di rimuovere siepi e piante appartenenti a una residente, senza avvisarla. Il danno non era solo estetico: quelle piante avevano un alto valore ornamentale e rappresentavano un elemento affettivo per la proprietaria. Il giudice ha disposto un risarcimento basato sul cosiddetto “metodo svizzero”, che valuta dimensioni, stato vegetativo, posizione e impatto estetico delle piante danneggiate.

La decisione ha ribadito un punto chiave: l’articolo 896 del Codice Civile consente di chiedere il taglio dei rami sporgenti, ma non autorizza interventi unilaterali. In assenza di accordo, è il tribunale – e non il singolo cittadino – a dover dare il via libera. Chi decide di agire in autonomia rischia sanzioni pesanti e spese di ripristino. Nei casi più gravi, la lite può arrivare fino all’intervento delle forze dell’ordine. Morale della storia: anche una semplice siepe, se non gestita nel rispetto delle regole, può trasformarsi in un problema molto serio.