Libia, accordo “storico” per cessate il fuoco permanente. Onu: “Agire al più presto”

Libia, accordo “storico” per cessate il fuoco permanente. Onu: “Agire al più presto”
Fayez al Serraj e Khalifa Haftar
23 ottobre 2020

Stephanie Williams

Un accordo di cessate il fuoco permanente in Libia è stato firmato oggi a Ginevra. L’intesa è stata sottoscritta da rappresentanti del governo di concordia nazionale di Tripoli, guidato da Fayez al-Serraj, e dalle autorità dell’Est della Libia, dove l’uomo forte è Khalifa Haftar. L’intesa, definita “storica” dalle Nazioni Unite, è stata raggiunta nell’ambito dei colloqui in corso nella città svizzera dal 19 ottobre scorso, sotto egida Onu, della Commissione militare congiunta libica (5+5). Negoziati che riguardano la cosiddetta “security track”, ossia la gestione della sicurezza in Libia, uno dei tre percorsi guidati dall’Onu, insieme a quello politico ed economico, previsti dalla Conferenza di Berlino sulla Libia dello scorso gennaio e ratificati a febbraio dal Consiglio di sicurezza Onu con la risoluzione 2510.

“L’Italia – che ha sempre lavorato con determinazione per questo obiettivo – incoraggia tutte le parti libiche ad attuare concretamente le intese sottoscritte, continuando a dare prova di maturità nel superiore interesse del Paese”, sottolinea la Farnesina, che definisce l’intesa “cruciale” per la stabilità. L’inviato speciale ad interim per l’Onu, Stephanie Williams, ha ricordato oggi, subito dopo la firma, come “la strada verso il cessate il fuoco permanente sia stata spesso lunga e difficile”, sottolineando come rimanga ancora “molto da fare per realizzare gli impegni sottoscritti in questo accordo” e che “è importante agire al più presto”. L’accordo arriva dopo che due giorni fa le parti avevano concordato a Ginevra di riaprire le linee di comunicazione terrestri in tutto il Paese e tutte le rotte aeree, di sostenere le iniziative in atto per garantire lo scambio dei prigionieri e di favorire la ripresa della produzione petrolifera, avviata il mese scorso dopo mesi di blocco da parte di comunità alleate ad Haftar.

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Il generale Haftar aveva lanciato nell’aprile del 2019 un’offensiva militare per prendere il controllo di Tripoli, fallita lo scorso giugno. Dopo settimane di tensione attorno alla città di Sirte, porta d’ingresso ai principali terminal petroliferi della Libia, il 21 agosto scorso il premier del governo di Tripoli e il presidente del parlamento di Tobruk (Est della Libia), Aguila Saleh, hanno annunciato un accordo di cessate il fuoco e la ripresa del processo politico per arrivare a nuove elezioni a marzo. Quindi il 17 settembre, Sarraj ha annunciato la propria disponibilità a dimettersi entro ottobre. “Una decisione molto coraggiosa”, l’ha definita due giorni fa l’inviato Onu, sottolineando come, anche a tal fine, le Nazioni Unite stiamo premendo per riprendere il processo politico e arrivare a elezioni presidenziali e legislative. Il forum per il dialogo politico libico partirà “il 26 ottobre con un incontro preparatorio virtuale”, ha precisato Williams, per poi proseguire “in un incontro in presenza a partire dal 9 novembre a Tunisi”.

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