L’inciucio a tutti i costi manda in tilt il MoVimento 5 Stelle

L’inciucio a tutti i costi manda in tilt il MoVimento 5 Stelle
Barbara Lezzi
23 settembre 2019

L’alleanza 5stelle-Pd ha trasformato il MoVimento dei duri e puri in una polveriera pronta ad esplodere. Non si sa quando, ma certamente è divenuta il primo pericolo proprio per Luigi Di Maio, già ieri nel mirino di molti pentastellati per i suoi “super poteri” e gli innumerevoli incarichi; e ora per essere il “padre” dell’inciucio politico con i post-comunisti, tradendo, politicamente, chi credeva, invece, a un vero cambiamento, chi era contro gli schemi da Prima Repubblica, contro i partiti. Insomma, il chissenefrega, sembra essere il verbo praticato dai vertici pentastellati. Un verbo che non piace a molti, in casa 5stelle. Fazioni in continua crescita se a questo già scoppiettante scenario vanno ad aggiungersi i trombati da Luigi Di Maio, in quanto rimasti a bocca asciutta di poltrone per la nascita del governo Conte 2. Tra i primi malpancisti a sparare, la senatrice pentastellata, Barbara Lezzi.

L’ex ministra del Sud coglie l’occasione per rispondere polemicamente al ministro dello Sport, compagno di partito, Vincenzo Spatafora che sul Corriere della Sera ha invitato ad estendere le alleanze alle Regionali e anche oltre. E a chiesto a tutti di “remare dalla stessa parte”. Soprattutto ad Alessandro Di Battista che più di una volta s’è detto scettico sull’affidabilità del Pd. Ecco allora che la Lezzi inizia il suo lungo post su Facebook, dicendosi certa che il ministro Spatafora la “assolverà” proprio come ha fatto con Di Battista. E aggiunge: “La Legislatura deve andare avanti se ci saranno azioni e provvedimenti utili ai cittadini. Altrimenti sarà doveroso restituire la parola agli italiani”. Più che un avvertimento, appare una minaccia politica all’indirizzo del capo pentastellato che sembra trovare ora più alleati al Nazareno che tra i pentastellati. La senatrice pugliese è la prima pentastellata a parlare con questi toni, evocando addirittura il ritorno alle urne perché “si governa per fare e non per contenere le altre forze politiche”.

In sostanza, il sodalizio M5s-Pd continua a generare malumori all’interno dei pentastellati. Malumori che hanno subito un’impennata con la mossa da Prima Repubblica fatta da Matteo Renzi. Appare opportuno ricordare che l’ex ministro per il Sud del governo Conte, non è stata riconfermata nel Conte bis in quanto rimpiazzata con un esponente Pd. Ma è ancora più opportuno, ricordare che la Lezzi è soprattutto senatrice, e quindi in grado di dare più di un grattacapo alla maggioranza proprio lì, a Palazzo Madama, dove i numeri sono preziosissimi. L’affondo, l’ex ministra lo sferra puntellando che “gli iscritti (a Rousseau, ndr) non hanno votato per un governo con dentro anche LEU e Renzi. Non è un dettaglio trascurabile”. Intanto, continuano a dividere il M5s, gli attacchi al governo e al Pd del populista Alessandro Di Battista che, puntualmente, tra una lezione di falegnameria e un momento di relax con la tastiera indossa i panni da complottista.

Qualche consenso all’interno del Movimento 5 Stelle, l’ennesimo intervento a gamba tesa di Di Battista, con il suo del Pd non mi fido, lo ha raccolto, mettendo anche benzina sul fuoco pentastellato. Infatti, il primo ad esplodere contro Dibba, è stato il 5stelle Luigi Gallo. “Non abbiamo bisogno di parolai, di gente che demolisce e che più o meno inconsapevolmente si adopera per la vittoria del centrodestra in Italia – sbotta il presidente della commissione Cultura della Camera -. Qui non si tratta di avere fiducia nel Pd, noi abbiamo sempre e solo fiducia dei cittadini, ma siamo abbastanza maturi da affrontare le sfide complesse e di fronte alle quali non scappiamo perché sappiamo di essere all’altezza”. Il calvario gialloverde è appena iniziato.

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