Cronaca

Nagorno Karabakh, accuse e notizie di scontri a tregua appena iniziata. E’ caos

Scambi di accuse e notizie di nuove violenze accompagnano le prime ore di tentativo di cessate il fuoco in Nagorno Karabakh annunciato a Mosca nella notte, dopo 10 ore di complessi negoziati tra Azerbaigian ed Armenia. Ufficialmente la tregua è scattata alle 12 locali, le 10 in Italia. Ma immediatamente da Erevan e Baku sono partite denunce di violazioni, smentite, notizie di nuovi scontri, correzioni di tiro. Il ministero della Difesa armeno ha iniziato il balletto pochi minuti dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco, sostenendo che gli azerbaigiani hanno lanciato un missile sulla cittadina armena di Kapan, notizia definita da Baku “una menzogna, una provocazione del nemico”. 

Secondo il ministero della Difesa armeno, inoltre, droni azerbaigiani hanno attaccato i villaggi di Yeritsvank and Artsvanik e l’aviazione azerbaigiana ha aumentato l’attività sul fronte sud del conflitto, “causando pesanti perdite in termini di vite umane”. L’Azerbaigian ha a sua volta accusato gli armeni di aver sferrato un attacco contro le aree di Tartar (che rientra in parte nella fascia attorno al Karabakh occupata dalle forze armene) e Agdam Agdam, importante centro di pianura ai piedi delle montagne del Karabakh. In questo clima incandescente dovrebbero continuare a Mosca i colloqui tra delegazioni armena ed azerbaigiana: nell’auspicio della Russia, Paese promotore dei negoziati per la tregua, devono portare sulla via di trattative “più consistenti”, per una risoluzione del conflitto che non appare affatto scontata.

Intanto, l’Italia riceve con favore l’annuncio di un cessate il fuoco nel Nagorno Karabakh e chiede che riprendano negoziati senza precondizioni sotto l’egida dei Co-Presidenti del Gruppo di Minsk. “Prendiamo nota positivamente dell’annuncio del cessate il fuoco per motivi umanitari fra Armenia e Azerbaigian, facilitato dalla Federazione Russa”, cita una nota della Farnesina. “Apprezziamo il contestuale impegno delle parti a promuovere negoziati sostanziali per la soluzione del conflitto”. “Ribadiamo l’impossibilità di una soluzione del conflitto con le armi e rinnoviamo il nostro appello alle parti affinché siano rapidamente ripresi negoziati senza precondizioni sotto l’egida dei Co-Presidenti del Gruppo di Minsk”.

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