Erdogan e le ambiguità dell’intesa con Svezia e Finlandia

Erdogan e le ambiguità dell’intesa con Svezia e Finlandia
Recep Tayyp Erdogan
1 luglio 2022

La Turchia si attende che la Svezia e la Finlandia “rispettino tutte le promesse” – in termini di accoglimento delle richieste di estradizione dei presunti terroristi e di emendamenti alle leggi nazionali antiterrorismo – contenute nel Memorandum trilaterale firmato ieri a Madrid, che ha scongiurato la minaccia di veto di Ankara all’adesione dei due paesi nordici alla Nato. In caso contrario, non ci sarà la ratifica delle nuove adesioni da parte del Parlamento turco. Lo ha sottolineato il presidente della Turchia Recep Tayyp Erdogan, durante la sua conferenza stampa al termine del vertice Nato di Madrid, nella quale ha anche annunciato, a sorpresa, che i “terroristi” di cui Ankara chiede l’estradizione sono 73 e non 33 (21 dalla Svezia e 12 dalla Finlandia), come aveva detto ieri il ministro della Giustizia turco. Erdogan ha definito “un grande trionfo” il Memorandum trilaterale, negando di aver fatto concessioni per farlo sottoscrivere dai due paesi nordici. “Il nuovo concetto strategico della Nato – ha detto il presidente turco – considera il terrorismo come la più grave minaccia asimmetrica” alla sicurezza per i paesi alleati.

“Non dobbiamo fare distinzioni – ha sottolineato – fra le organizzazioni terroristiche”, che sono “un problema non solo per la Turchia, ma per tutti gli alleati”, perché l”e organizzazioni assassine contro i civili sono una minaccia per tutti. Vogliamo degli alleati che ci sostengono non solo con le parole ma con gli atti, se vogliamo proteggere la sicurezza come alleati dobbiamo lottare contro tutte le forme di terrorismo”. Il memorandum trilaterale, ha continuato Erdogan, “è un faro, mostra che le nostre preoccupazioni sono state comprese; ora vedremo se verrà attuato, noi seguiremo con un monitoraggio stretto il modo in cui verrà messo in pratica. Questo memorandum è un trionfo diplomatico a cui si è arrivati dopo negoziati molto intensi. Prevede – ha ricordato – l’impegno di Svezia e Finlandia a non sostenere le organizzazioni terroriste”, o considerate come terroriste da Ankara, “a smantellare le misure di embargo sulle esportazioni di armi verso la Turchia, a rivedere le loro Leggi sul terrorismo e il funzionamento delle pratiche di estradizione, a impedire il finanziamento e il reclutamento del Pkk (il Partito indipendentista curdo, ndr), con forti garanzie che la propaganda contro la Turchia sarà fermata una volta per tutte”.

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“La Svezia e la Finlandia – ha aggiunto – devono fare il necessario; quando avranno rispettato le promesse il nostro Parlamento ratificherà” la loro adesione alla Nato. Poi, come esempio del tempo che può passare fra l’inizio di un processo di adesione e la sua conclusione, Erdogan ha ricordato che la Macedonia “che aspetta da vent’anni di entrare nell’Ue. A una giornalista che ha chiesto in modo più diretto se la Turchia bloccherà la ratifica dell’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato in caso di mancata estradizione dei presunti terroristi, il presidente turco, senza lasciarla finire, ha risposto: “Naturalmente”. E quanto alla modifica delle leggi nazionali di Svezia e Finlandia nel senso di consentire le estradizioni, ha replicato: “Io guardo alle promesse che sono state fatte, sull’estradizione e sugli emendamenti alla legislazione. Se sono mantenute noi agiremo di conseguenza. Una politica estera dignitosa deve mantenere le promesse e noi manterremo le nostre”. Erdogan ha poi negato di aver fatto delle “Concessioni” a Finlandia e Svezia con il Memorandum, come ha sostenuto l’opposizione nel suo paese. “Dove sono le concessioni?” ha chiesto; e ha aggiunto: “Questo è ciò che dice L’opposizione che chiama bianco ciò che è nero e nero il bianco. Tutti i documenti sono là sul tavolo”, e “i sostenitori dei terroristi in Svezia sono fuori di testa”. 

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A questo punto, il presidente turco ha annunciato la nuova cifra riguardo ai presunti terroristi di cui ha riferito di aver chiesto l’estradizione: “Sono 73 i terroristi che la Svezia ha promesso di estradare. Vedremo se manterranno le loro promesse”, ha detto (senza citare la Finlandia). E lo ha ripetuto quando un giornalista svedese gli ha chiesto sei suo paese gli avesse promesso di estradare i 33 presunti terroristi di cui si era parlato ieri. “Non sono 33, ma 73 che saranno estradati”, ha ribadito il presidente turco. “Questa è la promessa del Memorandum che dovranno mantenere”. Quando gli è stato obiettato che il Memorandum in realtà non dice che Svezia e Finlandia concederanno le estradizioni richieste, ma che se ne occuperanno (“will address”), ha risposto: “C’è scritto che se ne occuperanno; ciò che è importante è la nostra intesa: io penso che la Svezia estraderà queste 73 persone”. Erdogan ha anche risposto a una domanda sulle centinaia di giornalisti arrestati dal suo regime. “Nessuno è in carcere in Turchia senza aver commesso dei reati penali”, chi dice il contrario “fa disinformazione”, ha affermato. Le ultime due domande a cui risposto il presidente turco riguardano le differenze tra il sistema giudiziario del suo paese è quello dei due paesi nordici. Che succede se la giurisdizione finlandese o svedese non permette di rispettare quanto prevede il Memorandum? “Se il loro sistema giudiziario spiana la strada al terrorismo dovranno spiegare perché; il nostro sistema è molto più rigoroso con il terrorismo; ma loro hanno detto che faranno quello che è necessario”, ha risposto Erdogan. 

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Infine, c’è il problema della discrepanza fra la definizione di terrorismo, molto larga, applicata in Turchia e quella dal campo di applicazione più ristretto accettata dai paesi Ue, compresi Finlandia e Svezia, con la lista comune europea delle organizzazioni terroristiche. Nella lista c’è il Partito dei lavoratori curdi (Pkk) ma non ci sono né le due organizzazioni sorelle curde siriane Ypg (“Syrian Kurdish People’s Protection Units”) e Pyd (“Democratic Union Party”), né il movimento islamista turco guidato da Fethullah Gulen (esiliato negli Qtati uniti dal 1999), che il governo di Ankara definisce come Feto (“Fethullah Terrorist Organisation”). Queste tre organizzazioni sono invece tutte menzionate nel Memorandum trilaterale. Se Ankara chiede l’estradizione di una persona accusata di terrorismo in Turchia perché appartiene a una delle tre organizzazioni non incluse nella lista Ue, come possono la Finlandia o la Svezia accogliere la richiesta? “Noi forniremo ai nostri interlocutori – ha risposto Erdogan – le prove delle attività terroristiche” di coloro per i quali verrà chiesta l’estradizione, “persone che hanno ucciso altre persone. La nostra Intelligence condividerà con loro le sue evidenze, quando chiederà l’estradizione. Non la chiederemo senza che vi siano prove degli atti terroristici”, ha concluso il presidente turco.

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