Il Pd canta vittoria sui dati dell’occupazione mentre l’Europa ci bastona

Il Pd canta vittoria sui dati dell’occupazione mentre l’Europa ci bastona
1 settembre 2017

Il Pd canta vittoria sui dati dell’occupazione mentre l’Europa ci bastona. A guastare la festa ai Democratici e a tutto il governo Gentiloni, premier in testa, pensa Bruxelles che chiede all’Italia “uno sforzo di bilancio serio”. La preoccupazione della Commissione competente Ue, che sta conducendo le trattative sulla manovra con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è, tenuto conto che l’Italia ha un debito del 130% di Pil, l’appuntamento elettorale delle Politiche di primavera che, secondo fonti Ue, sono considerate da diversi governi come il principale elemento di incertezza nella zona euro. In questo contesto “e’ fondamentale che l’Italia riduca il debito e il deficit”, avvertono le stesse fonti Ue. Una doccia fredda per Renzi & C. che arriva mentre una valanga di cifre e percentuali Istat sullo scenario lavoro scorreva tra agenzie, social e giornali di varia natura. Con conseguenti analisi e commenti che farebbero resuscitare Trilussa, il grande teologo del “pollo statistico”. I dati parlano, in sostanza, di una crescita dell’occupazione per gli over over 50 e al contempo sale all’11,3% il tasso di disoccupazione, che rimane stabile tra i giovani (35,5%).

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Come dire, un Paese senza futuro. Ma a dare l’adrenalina ai dem è il numero di occupati negli ultimi due mesi e che ha superato il livello di 23 milioni di unita’, soglia oltrepassata solo nel 2008 prima dell’inizio della lunga crisi. Di prima mattina twitta Matteo Renzi: “Dati Istat: +918mila posti lavoro da febbraio 2014 (inizio millegiorni) a oggi. Il milione di posti di lavoro lo fa il Jobs Act, adesso avanti”. Replica Renato Brunetta: “Peccato sia l’effetto dei contratti a termine, che il famigerato Jobs Act di Renzi e Poletti doveva eliminare. Per il resto – aggiunge il deputato Fi – abbiamo l’effetto delle pensioni sugli ultra cinquanta. In crisi nera la fascia dei 35-50enni e le donne”. Nessun entusiasmo anche da parte dei sindacati. “Disoccupazione di giovani e donne sempre grave – dice la segretario Cisl, Annamaria Furlan -. Serve un patto governo – imprese – sindacati per cogliere i segnali di ripresa e favorire gli investimenti pubblici e privati”. Le fa eco, con cifre alla mano, la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti: “Dell’aumento di nuovi posti di lavoro (+ 580mila nei primi 6 mesi del 2017 rispetto al 2016) la stragrande maggioranza (500mila) sono attivazioni a termine, mentre il tempo indeterminato mostra un dato negativo”.

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Tradotto: “Una crescita del tasso di occupazione molto lenta, estremamente precaria, dalla quale i giovani ne sono quasi completamente esclusi a favore degli over 50”. Una chiave di lettura interessante, a proposito degli over 50, la danno gli analisti di Adapt, l’associazione fondata da Marco Biagi, secondo i quali, è “l’effetto Fornero” ad emergere dai dati diffusi dall’Istat sull’ecosistema occupati-disoccupati. E, sempre secondo gli esperti, se aumentano gli italiani che hanno un posto, è “perché la pensione si allontana” tanto che “il 51% dei nuovi occupati dal 2013 ad oggi è over 50” ma “allo stesso tempo chi perde lavoro dopo i 50 anni fatica a ritrovarlo”. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, parla di “un altro passo nella giusta direzione, che ci avvicina ai livelli pre-crisi”. Ma lo stesso Poletti è consapevole che c’è il bisogno di “rafforzare l’impegno per promuovere l’occupazione giovanile stabile”. Infine, l’affondo dei Cinquestelle: “Non c’e’ niente da fare, i numeri vanno interpretati con onesta’ e professionalità”.

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