Romania al voto, trionfa l’ultradestra: Simion-Antonescu, verso un ballottaggio infuocato

George Simion, leader dell’ultradestra AUR (Alleanza per l’Unione dei Romeni), domina il primo turno delle presidenziali romene con un netto 39,96% dei voti, secondo il 95% delle schede scrutinate. Un exploit che non basta, però, per evitare il ballottaggio del 18 maggio. A sfidarlo sarà uno tra Crin Antonescu, candidato della coalizione liberaldemocratica al governo (20,92%), e Nicușor Dan, sindaco indipendente di Bucarest (20,22%), in un testa a testa al cardiopalma. Più indietro l’ex premier Victor Ponta, con il 13,93%, su posizioni nazionaliste.

Un’elezione sotto attacco

La giornata elettorale è stata scossa da un cyberattacco filorusso, denunciato dal giornalista Victor Ilie e rilanciato da Digi24. Il gruppo hacker NoName057(16) ha rivendicato su Telegram un’offensiva DDoS contro i siti del ministero degli Interni, della Giustizia e del candidato Antonescu, temporaneamente inaccessibili.

George Simion e Crin Antonescu

“Abbiamo inviato sorprese DDoS”, hanno scritto gli hacker. Le autorità romene, tramite il Direttorato Nazionale per la Sicurezza Cibernetica, hanno confermato l’attacco, annunciando il ripristino dei portali in poche ore. Un episodio che alimenta i timori di interferenze esterne, dopo le ingerenze russe già denunciate a novembre 2024.

Simion cavalca il malcontento

Accompagnato al seggio da Calin Georgescu – vincitore a sorpresa del voto di novembre, poi annullato per irregolarità e influenze russe – Simion ha infiammato i sostenitori: “Siamo qui per il ripristino dell’ordine costituzionale e della democrazia. Il mio unico obiettivo è il popolo romeno”. Georgescu, escluso dalla corsa e sotto inchiesta, ha definito la ripetizione del voto “una frode orchestrata”.

Simion, accusato di posizioni filorusse e magiarofobiche, capitalizza il diffuso sentimento anti-establishment, alimentato da inflazione galoppante e un’economia in affanno. In un video diffuso sui social, il leader di AUR ha arringato: “Oggi il popolo romeno ha parlato! Le televisioni del sistema hanno diffuso solo menzogne, ma voi siete i vincitori!”. Il suo partito, alleato di Fratelli d’Italia nel gruppo dei Conservatori e Riformisti al Parlamento europeo, si conferma una forza in ascesa.

L’ombra di novembre

Queste elezioni, le seconde in pochi mesi, arrivano dopo la clamorosa decisione della Corte costituzionale di annullare il voto di novembre 2024, quando Georgescu aveva prevalso. La Corte aveva rilevato irregolarità finanziarie e un’ingerenza russa via TikTok, scatenando proteste di piazza e critiche internazionali, da Mosca al vicepresidente USA JD Vance e Elon Musk. La ripetizione del voto ha esasperato le divisioni in un Paese già polarizzato, con la presidenza – carica non esecutiva ma cruciale per politica estera e sicurezza – al centro di una battaglia ideologica.

Ballottaggio al fotofinish

Con Antonescu e Dan separati da una manciata di voti, i suffragi della diaspora romena, ancora in fase di scrutinio, saranno determinanti per decidere chi affronterà Simion. Il fronte democratico e filoatlantico appare frammentato, un vantaggio per il leader di AUR, che parte favorito per il ballottaggio. Ponta, con il suo 13,93%, resta fuori dai giochi, ma il suo programma nazionalista segnala un crescente appeal delle retoriche sovraniste.

In un clima di tensione, segnato da crisi politica e interferenze esterne, la Romania si prepara a un ballottaggio che potrebbe ridefinire il suo futuro. Riusciranno Antonescu o Dan a compattare l’elettorato moderato contro l’ascesa dell’ultradestra? O Simion coronerà il suo sogno di “giustizia per la Romania”? La risposta, tra due settimane, in un voto che promette scintille.