Salvini alla conquista dei “terùn”. In Sicilia ha già messo le tende

Salvini alla conquista dei “terùn”. In Sicilia ha già messo le tende
13 aprile 2015

di Carlantonio Solimene

Da sempre la Sicilia ha contato politicamente molto più dei suoi circa quattro milioni e mezzo di cittadini aventi diritto al voto. La vulgata vuole che i risultati elettorali nell’isola a tre punte rappresentino quasi sempre un’anticipazione di quelle che saranno le tendenze del consenso nell’intera nazione. Facile citare il 61-0 ottenuto dal centrodestra nelle Politiche del 2001, che inaugurò l’epopea del secondo governo berlusconiano. Ma anche recentemente è stato il laboratorio Sicilia a scoprire prima di altre regioni il fascino dell’antipolitica grillina. Ebbene, proprio a Palermo e dintorni, ultimamente qualcosa sta cambiando. E la leadership di Matteo Salvini si sta radicando sempre di più. Fino a poco tempo fa era inimmaginabile accostare la regione più a sud d’Italia con la Lega Nord. Ma il cambio di linea impresso al Carroccio dal giovane segretario, insieme all’esplosione del malcontento per l’ondata migratoria dall’Africa, ha velocemente archiviato i vecchi schemi della politica. Il caso più eclatante è stato quello di Maletto, un piccolo comune nel catanese di appena quattromila anime, che alle scorse Europee si è scoperto improvvisamente leghista: lì il Carroccio ha raggiunto un clamoroso 32,61%, lasciandosi alle spalle partiti radicati sul territorio come Forza Italia e Pd (entrambi intorno al 26%) e guadagnandosi una visita di riconoscenza proprio da parte di Matteo Salvini. Così, una volta rotto il ghiaccio, il segretario del Carroccio ha intensificato le puntate nell’isola e ha concentrato su di essa tutte le sue attenzioni elettorali. Il quadro è emblematico.

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Mentre nelle altre regioni del centrosud al voto il prossimo 31 maggio la macchina delle candidature è ancora ai box, in Sicilia le liste Noi con Salvini sono state già varate in quasi tutti i Comuni più importanti chiamati a rinnovare l’amministrazione. Ad Agrigento, nonostante le origini venete, si è candidato sindaco il deputato Marco Marcolin. A Gela è sceso in campo l’ex grillino Antonio Giudice; a Marsala il sottufficiale dell’Aeronatutica militare Vito Armato; a Milazzo Pino Ragusi; a Giardini Naxos Nello Lo Turco. E ancora, sono stati già presentati candidati sindaci salviniani anche a Licata, Bronte, Pedara, San Giovanni La Punta e Villabate. Mentre nei prossimi giorni le liste Noi con Salvini scenderanno in campo anche a Enna (si è parlato della candidatura a sindaco di Giovanna Patti), Carini e Mussomeli. E, quando al termine ufficiale per la presentazione delle liste mancano ancora tre settimane, è probabile che Raffaele Volpi – il senatore leghista incaricato di studiare lo sbarco del Carroccio al sud – vari una serie di candidature in quasi tutti i 53 comuni dell’isola chiamata al voto. Un’accelerazione alla quale non corrispondono, al momento, analoghe escalation nelle altre regioni. In Calabria, finora, si parla solo di una lista a Lamezia Terme, in Puglia c’è fermento leghista esclusivamente a Trani, in Basilicata sarà varata una lista a Matera mentre nel Lazio, con ogni probabilità, ce ne sarà una a Colleferro.

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“Per ora Salvini e Volpi sono impegnati a chiudere entro il week end la partita per il candidato governatore della Puglia – spiegano dal Carroccio – e dall’inizio della prossima settimana ci concentreremo sulle amministrative”. Si vedrà. Per il momento quel che è certo è che in Sicilia, oltre a costituire un polo di attrazione per gli elettori, le liste Noi con Salvini hanno attirato moltissimi esponenti politici provenienti dagli altri partiti. A guidare il movimento in Sicilia, ad esempio, è quell’Angelo Attaguile eletto alla Camera nelle file dell’Mpa e con lunghi trascorsi democristiani. In avvicinamento ai salviniani, negli scorsi mesi, è stato invece dato anche l’ex esponente de La Destra Nello Musumeci. Ma la pratica del salire sul carro del (possibile) vincitore è stata praticata da diversi dei candidati sindaci già annunciati. Antonio Giudice, come detto, era un esponente del M5S. Paolo Corrao, candidato sindaco di Villabate, ha un passato prima in Grande Sud e poi nel Nuovo Centrodestra. Altri ne arriveranno: inevitabile in un’isola che ha fatto del «gattopardismo» la stella polare di molte carriere politiche. È uno dei rischi maggiori che corre il movimento Noi con Salvini: quello di apparire come la zattera di salvataggio di tanti riciclati. Un pericolo che, a quanto pare, il leader leghista ha considerato accettabile. In ballo c’è la conquista dell’isola più a meridione d’Italia. E, con essa, la possibilità di accreditarsi sempre più come il leader nazionale che il centrodestra sta cercando.

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