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Schiaffi e minacce all’ex: il giornalista Varriale condannato per la seconda volta

Seconda condanna per violenza di genere in meno di un anno. Il giornalista sportivo Enrico Varriale, ex volto di Rai Sport, dovrà scontare sette mesi di reclusione, con pena sospesa, per minacce e lesioni ai danni di una ex compagna. La sentenza del tribunale monocratico di Roma segna un nuovo capitolo giudiziario per il cronista sessantenne, già condannato lo scorso giugno a dieci mesi per reati analoghi. Il giudice ha riqualificato lo stalking in minacce e imposto una provvisionale immediata di 2 mila euro alla vittima.

La vicenda processuale si conclude con una condanna più severa rispetto alle richieste della procura, che aveva sollecitato l’assoluzione per gli atti persecutori e sei mesi per le sole lesioni. I fatti risalgono all’inverno 2021-2022, quando la relazione tra il giornalista e la donna si è trasformata in un incubo fatto di violenza fisica e intimidazioni. L’8 dicembre 2021 scatta il primo episodio: uno schiaffo durante un litigio. Seguono giorni di tensione, telefonate minacciose, comportamenti persecutori. La donna denuncia. Parte l’iter giudiziario che ora si chiude con una sentenza di colpevolezza.

Il giudice boccia la versione di Varriale

Il tribunale ha smontato pezzo per pezzo la ricostruzione difensiva. Punto centrale della condanna: una telefonata contestata dall’accusa che l’imputato ha sempre negato. Il giudice ha ritenuto “non credibile” la versione fornita da Varriale, elemento decisivo per la condanna per minacce. La riqualificazione del reato da stalking a minacce ha rappresentato una scelta tecnica del magistrato, che non ha ravvisato gli estremi degli atti persecutori ma ha comunque individuato condotte penalmente rilevanti. Una decisione che si discosta dalle richieste della procura e che ha portato a una pena superiore di un mese rispetto a quanto sollecitato dall’accusa.

Cronaca di una relazione finita male

La storia inizia nell’autunno 2021. Varriale conosce la donna, nasce una relazione. Poche settimane dopo, i primi dissidi. L’8 dicembre, durante un alterco nell’abitazione del giornalista, parte lo schiaffo. La donna decide di denunciare. Nei giorni successivi, secondo l’accusa accolta dal tribunale, si susseguono episodi di minacce. Il clima si fa irrespirabile. A febbraio 2022 la relazione si chiude definitivamente, ma il procedimento penale va avanti. Due anni dopo arriva la sentenza che conferma le responsabilità penali di Varriale. Una vicenda che si aggiunge al precedente del giugno scorso, quando il giornalista era stato condannato per reati identici nei confronti di un’altra ex compagna.

“Un processo pieno di menzogne”: la difesa all’attacco

Durissima la reazione degli avvocati Fabio Lattanzi ed Ester Molinaro. “È impossibile capire cosa sia successo in questo processo. Come si è potuto arrivare a una condanna per minaccia non è capibile. Un processo pieno di menzogne”, hanno tuonato i legali subito dopo la lettura del dispositivo. La difesa ha annunciato ricorso in appello e attende le motivazioni della sentenza per studiare la strategia processuale. Secondo i difensori, la ricostruzione dei fatti sarebbe completamente distorta. “La persona offesa si è introdotta nella casa di Varriale, ha insultato l’amica, ha insultato Varriale e ha distrutto casa”, sostengono gli avvocati.

La tesi difensiva: vittima o carnefice?

La versione della difesa ribalta completamente le carte in tavola. Secondo Lattanzi e Molinaro, l’unica minaccia verificata sarebbe quella proferita dalla stessa presunta vittima. I legali citano un messaggio inequivocabile: “Trattasi di scambiare la cioccolata per la m***a. Ti renderai conto presto e come se te ne renderai conto”. Un elemento che, secondo la difesa, dimostrerebbe chi fosse realmente la parte aggredita in quella relazione. Una ricostruzione che dovrà essere vagliata nei gradi successivi di giudizio, quando le motivazioni della sentenza chiariranno nel dettaglio le ragioni della condanna e gli elementi probatori ritenuti decisivi dal giudice monocratico.

Il licenziamento Rai dopo la prima condanna

La carriera di Varriale in Rai si è interrotta definitivamente a ottobre 2025, dopo la prima condanna per stalking e lesioni. Il giornalista, che aveva ricoperto il ruolo di vicedirettore di Rai Sport e partecipato a numerose trasmissioni televisive, era stato inizialmente sospeso nel 2021, all’apertura delle prime indagini. La sentenza di giugno ha poi determinato il licenziamento. Ora arriva la seconda condanna, che aggrava ulteriormente la posizione dell’ex cronista sportivo e apre interrogativi sul suo futuro professionale.

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Redazione