Schlein in campo nel congresso Pd, si riapre discussione data primarie

Schlein in campo nel congresso Pd, si riapre discussione data primarie
Elly Schelin e Stefano Bonaccini
12 novembre 2022

Il congresso Pd entra nel vivo, i nomi che si contenderanno la segreteria cominciano a farsi avanti e adesso la vera discussione si sposta sulla data delle primarie, che l`ala moderata dei democratici – ma non solo – vorrebbe anticipare a fine gennaio-inizio febbraio. Elly Schelin interrompe un lungo silenzio e dice che non si può “stare a guardare”, annuncia la propria partecipazione al “percorso costituente” e lancia quasi una forma soft di rottamazione, promettendo di liberare “le migliori energie che ci sono, dentro la comunità democratica” e guardando anche fuori dai confini del partito”. Soprattutto, avverte mandando un messaggio alle correnti, “non accetto la cooptazione”. A poche ore di distanza, poi, Goffredo Bettini presenta il suo ultimo libro insieme ad Andrea Orlando e Giuseppe Conte e pone con chiarezza il nodo da sciogliere: “Nel Pd c`è una contraddizione identitaria, soprattutto dopo la segreteria di Renzi”. E lui non ha dubbi su quale debba essere il profilo ideale: “In Italia ora non c`è una sinistra. Voglio torni ad essere la più grande forza della sinistra italiana”.

Le “due” anime del Pd

Un terreno che si apprestano a presidiare in molti, in vista del congresso. La Schlein traccia una sua “agenda” che mette al centro tutti temi cari alla sinistra: “La lotta al lavoro povero e precario”, “l`emergenza climatica”, “il femminismo e la lotta al patriarcato”, la “lotta alle diseguaglianze”. Questioni sulle quali insiste anche Andrea Orlando, che affianca Bettini durante la presentazione del libro. “Il Pd ha al suo interno due anime: una che ritiene che il capitalismo in fondo va bene così com’è e un’altra che, con gradi diversi, esercita una critica. E’ chiaro che non si può più cercare di gestire questa differenza con la reticenza. Perché altrimenti si lascia uno spazio a chi fa ‘anche’ la sinistra non sempre essendola…”. Sono in molti a pensare che per la segreteria possano presentarsi sia la Schlein che Orlando, che appunto ha la benedizione di Bettini. La sinistra del partito da questo punto di vista non è un monolite, e la Schlein ha messo in chiaro che intende giocare con regole nuove, senza affidarsi appunto alla “cooptazione”.

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La sfidante più temibile per Bonaccini

Un modo per rispondere anche alle voci di un accordo siglato con Dario Franceschini, ma un avvertimento a tutte le correnti del partito. La neo-deputata Pd, che i sondaggi accredito come la sfidante più temibile per Stefano Bonaccini, candidato in pectore del fronte moderato del partito, ha lavorato molto anche fuori dal Pd e infatti rivolge un appello a quei mondi, li invita a superare lo scetticismo verso il Pd ricordando che un nuovo “campo progressista” si può costruire solo insieme alla “comunità democratica”. E poi fa appello alle “energie nuove” che ci sono sia dentro che fuori il Pd. Si rivolge agli “amministratori” che anche in casa Pd scalpitano per scardinare l`attuale gruppo dirigente. Orlando, però, sembra pienamente in campo. Si vedrà nelle prossime settimane cosa deciderà di fare, ma da settimane scrive documenti e partecipa a iniziative. Anche lui denuncia: “E’ in atto un tentativo di cancellare la sinistra almeno nel suo portato storico in questo paese”.

Prima battaglia all`assemblea nazionale

Di sicuro, la prima battaglia andrà in scena la prossima settimana all`assemblea nazionale. La questione della data delle primarie sarà al centro del dibattito, negli ultimi giorni parecchi hanno chiesto un anticipo. La Schlein si è limitata a dire che non serve “una corsa frettolosa” ad una nuova leadership, quello che è necessario è fare “una riflessione” sull`identità del Pd. Orlando dice cose simili: “Abbiamo bisogno in questo momento di fare una riflessione di riposizionamento di carattere strategico e solo dopo di scegliere i nomi”. Quello che forse l`ex ministro non condivide del tutto è l`impianto “nuovista” della Schlein rispetto alla classe dirigente. Ma di questo si parlerà nelle prossime settimane. Il primo punto, adesso, è capire come finirà il braccio di ferro sul congresso.

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