Torino, 15enne disabile torturato da tre coetanei: la Procura apre un fascicolo
La Procura di Torino ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona e violenza privata dopo che un ragazzo disabile di 15 anni è stato torturato nella notte di Halloween da tre coetanei tra Moncalieri e Torino.
Secondo la denuncia presentata ai carabinieri, la vicenda è iniziata la sera del 31 ottobre, quando il giovane è stato attirato con un pretesto da due ragazzi e una ragazza, di 15 e 16 anni, che si sarebbero finti amici. Dopo averlo condotto in una stanza, il gruppo lo avrebbe minacciato con un cacciavite, rasandogli capelli e sopracciglia, e costringendolo a subire una serie di sevizie.
A raccontare l’accaduto è stata la madre del ragazzo, che ha pubblicato un post su un gruppo Facebook di Moncalieri, nel Torinese. “Gli hanno spento una sigaretta sulla caviglia e costretto a immergersi nel Po”, ha scritto, spiegando che il figlio, invalido, era sparito per ore prima di essere ritrovato il giorno successivo nei pressi della stazione di Porta Nuova, a Torino.
L’indagine dei carabinieri e i telefoni sequestrati
Dopo la segnalazione sui social, i carabinieri hanno raccolto la denuncia della famiglia e informato la Procura di Torino, che ha avviato un’indagine formale per sequestro di persona e violenza privata. Gli inquirenti, coordinati dal pool che si occupa di minori, hanno individuato i presunti autori delle violenze e sequestrato i loro smartphone, che potrebbero contenere video o foto delle torture.
Le verifiche tecniche sono in corso per accertare la dinamica dei fatti e il grado di coinvolgimento dei tre adolescenti. Gli investigatori stanno anche analizzando le chat tra i ragazzi, che potrebbero chiarire se l’aggressione sia stata pianificata o frutto di una “bravata” degenerata in violenza.
La voce della madre e la richiesta di giustizia
Nel suo racconto, la donna ha spiegato di aver creduto che il figlio fosse a dormire dal nonno, accorgendosi solo la mattina successiva che non vi era mai arrivato. “Ringrazio Dio che mio figlio è vivo, voglio solo giustizia”, ha concluso nel post che ha attirato centinaia di messaggi di solidarietà.
Il ragazzo, ancora sotto shock, è stato visitato in ospedale e affidato al supporto dei familiari. Gli assistenti sociali del Comune di Moncalieri sono stati informati e stanno valutando un intervento di sostegno psicologico.
Reazioni e prossimi sviluppi
La vicenda ha suscitato indignazione nella comunità locale e tra le autorità. Il sindaco di Moncalieri ha espresso “profonda vicinanza” alla famiglia e chiesto “tolleranza zero verso episodi di violenza tra minori”.
La Procura, intanto, attende gli esiti delle perizie sui dispositivi e delle testimonianze raccolte. Nei prossimi giorni i tre sospettati potrebbero essere formalmente iscritti nel registro degli indagati.
