Toscana, il Pd allo sbando: quattro ore per evitare l’implosione. Giani: “Macché passo indietro”

Eugenio Giani e Elly Schlein

Ci sono volute quasi quattro ore di faccia a faccia tra Elly Schlein e Eugenio Giani per rimettere sul binario un treno che rischiava di deragliare. Il colloquio tra la segretaria Pd e il presidente della Toscana è arrivato dopo una settimana di sospetti, strappi, tensioni e botta e risposta stizziti.

Era necessario guardarsi in faccia per evitare di complicarsi la vita in una regione nella quale la partita contro il centrodestra dovrebbe essere relativamente facile. E la mediazione raggiunta è stata talmente faticosa che alla fine Giani è stato “scortato” da Igor Taruffi ben oltre il portone di uscita del Nazareno, per “proteggerlo” dall’assalto dei cronisti.

L’accellerazione di Giani e le irritazioni nel partito

La prima preoccupazione del Pd era evitare dichiarazioni che potessero complicare ulteriormente la trattativa per le regionali. Schlein è determinata a chiudere le alleanze più larghe possibili in tutte e sei le regioni, e per la leader Pd è importante che le trattative procedano in parallelo per non mettere gli alleati di fronte al fatto compiuto in qualche realtà. Non è un mistero che il M5s sia poco entusiasta di Giani.

Per questo l’accelerazione del presidente della Toscana della scorsa settimana – che quando ha fiutato un’aria poco rassicurante ha deciso di ufficializzare la propria “disponibilità” a ricandidarsi – ha irritato parecchio i fedelissimi della Schlein in Toscana.

Al tavolo c’erano anche il segretario regionale Emiliano Fossi e Marco Furfaro, componente della segreteria, insieme a Taruffi, il responsabile organizzazione e uomo-macchina della segretaria.

Dalle accuse al dialogo: “Nessuna candidatura alternativa”

Il colloquio, racconta chi c’era, è iniziato con toni accesi: ognuno ha esposto le proprie rivendicazioni. Al presidente della regione è stata rimproverata la scelta di muoversi da solo, mossa che – secondo il quartier generale Pd – ha rischiato di complicare la trattativa complessiva per le prossime regionali, che richiede un equilibrio complessivo.

Giani, dal canto suo, si è detto amareggiato per le voci sempre più insistenti di una freddezza del partito sul suo nome e avrebbe messo sul tavolo le sue carte: il sostegno della maggioranza dei sindaci toscani, della Cgil, il consenso registrato dal sondaggio del Sole24Ore.

Ma dopo il “chiarimento franco” iniziale, è stato possibile trovare un terreno di dialogo: Schlein avrebbe chiesto a Giani di evitare altre accelerazioni e mosse solitarie, ribadendo la necessità di lavorare alla costruzione della coalizione più larga possibile.

Bisogna costruire un percorso il più inclusivo possibile, gli è stato detto, e sarà necessario anche lavorare per dare segnali di novità sia sul programma che sulla squadra (liste elettorali e giunta). Ma il presidente della Toscana avrebbe di fatto ottenuto una rinnovata fiducia del Pd, incassando l’assicurazione che il partito non sta lavorando ad altre candidature per la regione.

“Macché passo indietro”: Giani chiude la polemica

Quindi il “patto” sulle dichiarazioni da affidare alla stampa: una nota di Giani, una di Taruffi, una di Fossi. Tutte per attestare una ritrovata armonia e per ribadire l’intenzione di lavorare a coalizioni larghe.

Un passaggio del comunicato del governatore aveva suscitato qualche disorientamento: “Affido alla segretaria nazionale e al segretario regionale la guida del percorso politico che ci porterà a presentare alla Toscana un progetto all’altezza della sua storia e del suo futuro. Da parte mia, ne rispetterò le decisioni e la conclusione”.

Ma l’incertezza dura poco: quando esce dal Nazareno, nonostante la “marcatura a uomo” di Taruffi, una battuta scappa. Un cronista chiede: “Ma lei fa un passo indietro”. Giani risponde secco: “Macché passo indietro”.