Trasparenza, oltre ai cittadini vittime anche i deputati

11 agosto 2014

Un anno e passa. Tanto ci ha messo l’assessorato regionale dell’Energia per rispondere ad un’ interrogazione del Movimento 5 stelle all’Ars che chiedeva lumi e chiarimenti sui fondi Cipe per fognature e depuratori. E oltre al danno del ritardo, anche la beffa del contenuto: l’assessorato ha risposto, infatti, con dati inutili, o quasi. Quando la missiva tanto attesa è arrivata al gruppo parlamentare, infatti, conteneva dati risalenti ad oltre sei mesi prima, cosa che li ha resi praticamente inutilizzabili. Con l’interrogazione, il M5S chiedeva notizie sull’Accordo di programma siglato nel 2013 tra Stato e Regione, che prevedeva 96 interventi per l’importo di € 1.161.020.472,14 per consentire alla Regione siciliana il superamento delle infrazioni 2004/2034 e 2009/2034. La risposta-lumaca dell’assessorato (che riporta dati antecedenti al 31 dicembre 2013) è stata protocollata con data 30/6/2014, mentre l’interrogazione M5S risaliva al 13 maggio di un anno prima, per capire “se gli stanziamenti, per i quali dovevano essere prodotti atti giuridicamente vincolanti entro il mese del giugno successivo, erano a rischio”.

«E’ vergognoso – afferma Valentina Palmeri, prima firmataria dell’interrogazione – la cosa si può spiegare con una delle seguenti ipotesi, in ogni caso censurabili e gravissime: la risposta è stata stilata prima del 31 dicembre 2013 e spedita con inspiegabile e ingiustificato ritardo; la risposta è stata formulata a giugno 2014, ma non fornisce notizie aggiornate a tale data; la risposta è stata formulata a giugno 2014 ed è aggiornata in quanto dal 2013 non sono stati assunti atti rilevanti ai fini dell’avanzamento dell’Accordo”.
E i disservizi non finiscono qui: sul sito istituzionale del dipartimento delle Acque e dei rifiuti sono riportati, alla data del 24 luglio 2014, documenti tutti antecedenti a dicembre 2013.
“L’utilizzo dei fondi per eliminare le gravi carenze del sistema fognario e depurativo della Regione – spiega Palmeri – è urgentissimo ed imprescindibile. Le conseguenze per la Sicilia, derivanti dalla mancata attuazione dell’Accordo, sarebbero gravissime per la salvaguardia della salute dei cittadini, per la tutela dell’ambientale e dello sviluppo turistico, per il danno economico dovuto ai maggiori costi delle opere derivante dall’aumento dei prezzi con il trascorrere del tempo. Per non parlare del danno patrimoniale dovuto alla procedure di infrazioni comunitarie e al danno sociale ed occupazionale per la mancata utilizzazione di rilevanti risorse economiche”.

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In casa Cinquestelle è scattata una seconda interrogazione che chiede l’invio degli atti relativi all’accordo all’autorità contro la corruzione . Nell’atto i deputati chiedono inoltre di conoscere tutte le iniziative ad oggi adottate per l’attuazione dell’intero programma regionale e lo stato di attuazione, le previsioni, le prospettive ed i cronoprogrammi delle attività inerenti ciascuno degli interventi contenuti nell’Accordo. All’assessorato i deputati chiedono inoltre copia di tutti i documenti prodotti da tutti i soggetti coinvolti. La questione depuratori siciliani intanto sta per varcare i confini italiani, grazie ad una interrogazione presentata al parlamento europeo dal deputato 5 stelle Ignazio Corrao.

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