Ucraina, si ferma il flusso delle armi dagli Usa

Ucraina, si ferma il flusso delle armi dagli Usa
Il Campidoglio è la sede del Congresso e la sede del ramo legislativo del governo federale degli Stati Uniti
13 gennaio 2024

La situazione in Ucraina si fa sempre più tesa, con le speranze di ricevere nuove forniture militari da parte dei partner occidentali che si assottigliano sempre più. Il Congresso americano sembra essere in una fase di stallo, non sbloccando le richieste di fondi presentate dalla Casa Bianca per sostenere l’Ucraina, mentre il conflitto entra in una fase più dura con l’arrivo del gelo invernale.

Eloquente il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby: “L’assistenza che abbiamo fornito all’Ucraina si è fermata, mentre la Russia sta intensificando i suoi attacchi: è fondamentale che vengano approvati nuovi finanziamenti” a favore di Kiev. Questa dichiarazione evidenzia l’urgenza di una risposta immediata da parte degli Stati Uniti per sostenere l’Ucraina in un momento così critico. Tuttavia, le negoziazioni in corso a Washington su un pacchetto di aiuti da 61 miliardi di dollari sono in stallo, bloccate dall’opposizione di una parte dei repubblicani al Senato.

Questa fase di stallo è particolarmente preoccupante per il presidente Volodymyr Zelensky, che da dicembre aspetta la fumata bianca sul pacchetto. L’Ucraina si trova in una posizione vulnerabile senza il sostegno finanziario richiesto. Una sfida ulteriore è emersa con la notizia che gli Stati Uniti non saranno più in grado di mantenere la fornitura dei costosi sistemi di difesa aerea Patriot. John Kirby ha sottolineato l’importanza di questi sistemi, progettati per contrastare i missili balistici, e ha dichiarato: “I Patriot hanno rimodellato la battaglia per i cieli, respingendo gli attacchi aerei russi.”

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La cessazione di questa fornitura potrebbe lasciare l’Ucraina esposta a nuovi pericoli. Il quadro complessivo è ulteriormente complicato dal mancato raggiungimento dell’obiettivo dell’Unione Europea di consegnare un milione di munizioni da artiglieria all’Ucraina entro la fine di marzo 2024. Questo fallimento, unito agli attacchi continui, pone ulteriori pressioni sull’Ucraina. Nonostante le sfide, il presidente Zelensky può contare sul rinnovato sostegno dei paesi baltici. Il presidente estone Alar Karis: “Ci impegniamo a stanziare 1,2 miliardi di euro per Kiev fino al 2027”.

L’Estonia, la Lituania e la Lettonia si sono distinti come tra i più convinti sostenitori dell’Ucraina, contribuendo con la quota più alta di prodotto interno lordo tra gli alleati. Durante una conferenza stampa congiunta con Zelensky, Karis ha invitato l’Unione Europea ad aumentare il suo sostegno militare all’Ucraina, affermando che “l’Ucraina ha bisogno di armi più numerose e migliori. La capacità dell’industria militare dell’Ue deve essere aumentata in modo che l’Ucraina ottenga ciò di cui ha bisogno, non domani, ma oggi”. Queste richieste mettono in evidenza la necessità di un impegno più forte da parte dell’Europa per affrontare la crescente minaccia.

Mentre a Washington continuano i negoziati tra democratici e repubblicani su un nuovo pacchetto di aiuti, il presidente Zelensky ha concluso con un appello urgente a nuovi e più forti sostegni militari nei Paesi baltici. “L’Ucraina ha bisogno di un supporto immediato per affrontare questa crescente minaccia”, ha sottolineato, evidenziando l’importanza di una risposta tempestiva della comunità internazionale a questa crisi imminente.

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