Vittadini sferza i partiti: “Basta talk show, dite la verità”

Vittadini sferza i partiti: “Basta talk show, dite la verità”
24 agosto 2022

Basta talk show in tv: i partiti “devono partire dalla verità dei fatti”. Il Parlamento deve tornare “al centro” della vita politica. E i cittadini devono “essere coinvolti” nelle decisioni. Dite che il lavoro è al centro dei vostri programmi “ma in questi anni non si è investito sul lavoro”. Se continuate con questa “musica” come pensate di “recuperare quel 60% di disaffezione” alla politica? “Fate congressi, la gente deve sentire il calore”. Giorgio Vittadini è durissimo con i rappresentanti dei principali partiti italiani, arrivati al Meeting di Rimini per il tradizionale confronto dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà. Il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà li ha tutti “a portata di mano” a un mese dalle elezioni: Letta, Meloni, Salvini, Rosato, Tajani e Di Maio.

A loro rivolge domande molto chiare per animare il dibattito dal titolo “Nella diversità, per il bene comune”, ma non risparmia critiche. “I partiti devono partire dalla verità dei fatti, ma non è scontato di questi tempi – ha esordito Vittadini -. Che la verità c’entri con la politica è una bella pretesa”. Verità soprattutto sui temi cari alla Fondazione per la Sussidiarietà che ha raccolto nel suo Rapporto annuale, le “urgenze” davanti alla quale si trova il Paese: sanità, assistenza, educazione, natura, energia, aiuto agli ultimi. “I congressi dei partiti sono fondamentali. Si torni a discutere con la gente la linea, più che nei talk show televisivi. Bisogna tornare a elezioni, che siano primarie o preferenze, nelle quali la gente possa scegliere, cosa che oggi non avviene più” perché si decide tutto nelle segreterie.

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Nel prossimo parlamento? E nel prossimo governo? “Ci siano dei parlamentari e delle persone che si confrontano e costruiscano delle commissioni nel dialogo: è il valore della democrazia, altrimenti perdiamo una delle tre “gambe”. Sembra secondario rispetto ai temi dei vostri programmi. Ma se non si va verso questo metodo come si fa a recuperare il 60% di disaffezione e di gente?”. E’ sul lavoro che il professore di Comunione e Liberazione alza la voce: “Non è vero che in questi anni si è investito sul lavoro. La risposta alla povertà non è l’assistenzialismo. Abbiamo due problemi: il neoliberismo che porta alla povertà, alla precarietà, a stipendi da fame, all’ineguaglianza. Il neoliberismo non va bene, è stato sconfitto culturalmente, ci vuole qualcos’altro di più legato alla tradizione italiana”.

L’assistenzialismo? “E’ vero che ci vuole l’aiuto a chi è meno abbiente, ma non si può pensare che questo sia lo strumento per il lavoro, ci vogliono politiche sul lavoro. Bisogna investire su imprese che occupano, esportano, creano; dare un aiuto per una formazione continua”. Questa per Vittadini sarebbe “una rivoluzione”, ma i partiti non la ascoltano. “Noi non siamo i giudici dei partiti. I partiti sono fondamentali per la democrazia. Crediamo che la diversità in Italia e la vostra presenza – tutti quanti con qualunque presenza – è il più grande fattore della democrazia che in altri paesi non c’è”. 

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I leader dei partiti si confrontano su questi temi per oltre due ore. Alla fine Comunione e Liberazione non si sbilancia, ma Vittadini conclude soddisfatto per il confronto. “Hanno dato dimostrazione di cos’è la politica e un partito per la comunità. Hanno discusso animatamente con le loro idee ma in un clima di collaborazione. Questa è la risposta al tema della disaffezione della politica. Ci vuole spirito critico, apertura, conoscenza e coraggio. Quello che abbiamo visto oggi. Se questo avviene è la ripresa dei partiti. Possibilità di dialogo reale a cui abbiamo partecipato con gli applausi”. Per concludere con un invito al popolo di Cl: “Basta con gli alibi. Noi dobbiamo impegnarci. Oggi è stato un esempio per tutta la nazione e per ognuno di noi”. askanews

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