“500 euro ogni due settimane senza fare niente”: boom di guadagni ‘immobili’ I Metti una firma e ti piovono i soldi addosso

Affitti brevi (pexels) - IlFogliettone.it

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Tra acquisti in calo il mercato immobiliare è in trasformazione, scoppia il boom degli affitti brevi, si guadagna una fortuna

Negli ultimi anni il mercato immobiliare ha vissuto una trasformazione significativa. Dal 2019 al 2024 si è registrato un aumento delle prime case acquistate, circa 17mila in più rispetto al periodo pre-Covid, mentre gli affitti disponibili sono diminuiti di circa 13mila unità. Questo cambiamento non rappresenta un’evoluzione lineare ma una conseguenza di dinamiche più complesse, legate alla crescita degli affitti brevi e all’aumento dei costi delle abitazioni.

La progressiva riduzione degli appartamenti disponibili per locazioni tradizionali trova la sua principale spiegazione nell’esplosione degli affitti a breve termine. Sempre più proprietari scelgono di destinare i propri immobili a studenti o a turisti, attratti da una redditività superiore rispetto a quella garantita dagli affitti a lungo termine. Una stanza che un tempo veniva affittata a 500 euro al mese oggi può fruttare la stessa cifra in appena due settimane grazie alla formula turistica.

Questa tendenza ha determinato una crescita dei prezzi degli affitti tradizionali, ormai spesso comparabili con la rata di un mutuo. Molti cittadini, trovandosi di fronte a costi simili, hanno preferito optare per l’acquisto della prima casa. Il fenomeno ha alimentato un boom di compravendite soprattutto nel biennio 2021-2022, quando la domanda era ancora sostenuta e i tassi dei mutui relativamente favorevoli.

Nonostante l’incremento degli acquisti, la corsa alle prime case ha mostrato i suoi limiti. Negli ultimi dodici mesi la tendenza si è invertita, complice il rialzo dei tassi e il costo sempre più elevato degli immobili. La cosiddetta “Next Gen”, composta dai giovani alla ricerca di una sistemazione stabile, si trova oggi penalizzata da stipendi fermi e prezzi in costante crescita, che rendono difficile affrontare un impegno a lungo termine come il mutuo.

I rischi percepiti dai proprietari

Accanto alla redditività maggiore, un altro motivo che spinge i proprietari verso l’affitto breve è la paura di morosità. In molti temono di trovarsi nella condizione di non poter liberare l’immobile in caso di mancato pagamento da parte dell’inquilino. Per questo motivo aumentano i contratti transitori, soprattutto quelli destinati agli studenti, che garantiscono entrate senza rischi prolungati.

Il risultato di queste dinamiche è un mercato immobiliare che esclude progressivamente i residenti alla ricerca di soluzioni stabili. Trovare un appartamento in affitto in città è diventato complicato, con agenzie immobiliari che faticano a reperire immobili da proporre. La situazione trentina ricalca quanto già accade in grandi città come Milano o Verona, dove la domanda rimane altissima e l’offerta ridotta alimenta una spirale di rincari.

Affitti brevi (pexels) – IlFogliettone.it

Il nodo del libero mercato

Di fronte a questo scenario si discute sull’opportunità di introdurre limiti agli affitti brevi. Tuttavia, la questione si scontra con il principio del libero mercato. Finché la domanda resterà forte e i proprietari potranno massimizzare i propri guadagni, sarà difficile invertire la tendenza. Interventi normativi rischierebbero di incontrare forti resistenze e di non incidere in maniera sostanziale sul problema.

La questione abitativa in molte altre aree del Paese, appare dunque sempre più complessa. L’intreccio tra affitti brevi, prezzi elevati e stipendi stagnanti crea un equilibrio instabile che penalizza chi cerca una casa per vivere. Nei prossimi anni sarà cruciale capire se il mercato immobiliare riuscirà a ritrovare un punto di equilibrio o se serviranno politiche mirate per garantire accessibilità e sostenibilità al diritto all’abitare.