Il Pd vede 22 ballottaggi. Ai Cinquestelle pesa il caso Genova

Il Pd vede 22 ballottaggi. Ai Cinquestelle pesa il caso Genova
10 giugno 2017

Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo: sono le sfide principali che vedono opposti i partiti nella tornata amministrativa di domani. I comuni al voto sono 1005, per un totale di circa 9 milioni di elettori. Un test che puo’ dire molto sui futuri assetti politici. Dalle parti del Nazareno si respira ottimismo, la convinzione e’ che la sfida principale si giochera’ con il centro destra e non con i grillini. “Siamo ovunque competitivi”, afferma Matteo Ricci, responsabile enti locali del Pd. E questo nonostante la legge elettorale e le sorti del governo abbiano occupato quasi totalmente gli spazi su giornali e televisioni, come viene sottolineato. Le aspettative sono molto alte: su 25 capoluoghi di Provincia, i dem scommettono di andare al ballottaggio almeno in 20, forse addirittura 22. E non con il Movimento 5 Stelle, ma con il centro destra. Anche e soprattutto a Genova, dove i Cinque Stelle rischiano di pagare caro l’affaire Cassimatis, con la vincitrice delle comunarie che si e’ vista togliere il simbolo da Grillo in favore di Luca Pirondini. Anche sotto la Lanterna, dunque, lo schema dovrebbe essere quello che i dem vedono in 20-22 capoluoghi di provincia su 25: ballottaggio centro sinistra – centro destra e M5S terzo. Ed e’ chiaro, viene aggiunto da un parlamentare renziano, “che, anche in caso di vittoria in tre capoluoghi su 25, politicamente i grillini avranno perso pesantemente”.

Al secondo turno i dem contano di arrivare, nella peggiore delle ipotesi, ad un pareggio con il centro destra, vincendo in 11 comuni su 22. E sara’ tra primo e secondo turno, viene spiegato da fonti parlamentari dem, che Renzi si “affaccera’” in campagna elettorale con iniziative pubbliche sul territorio per far vincere i ‘suoi’ candidati. Il segretario del Partito Democratico ripete che “non si tratta di un test politico”, perche’ in occasione del voto amministrativo contano le persone prima ancora dei simboli. Nonostante questo, il vertice del Pd e’ consapevole che una buona affermazione alle amministrative, dopo il non esaltante risultato del 2016, potrebbe rappresentare il volano per le prossime politiche, anche in caso di voto nel 2018. Anche in casa Grillo il test delle comunali viene considerato esclusivamente in chiave locale: non sara’ indicativo del risultato che i 5 Stelle potranno ottenere alle politiche, continuano a ripetere i grillini, consapevoli pero’ che nove milioni di elettori possono dare una idea dell’orientamento di voto dei cittadini alle politiche. Tra le citta’ nelle quali si sceglie il primo cittadino domenica 11 giugno, c’e’ Parma: si tratta del primo comune conquistato dai 5 Stelle nel 2012, guidato da Federico Pizzarotti poi fuoriuscito eccellente dal Movimento per i contrasti con Beppe Grillo. Ora Pizzarotti, da indipendente e forte dei risultati ottenuti in questi anni da sindaco, si appresta ad affrontare la tornata elettorale da favorito. Se a Parma il M5S sa di avere scarse speranze di vincere, a Genova, citta’ simbolo per Grillo, si accarezza ancora l’idea ‘remuntada’, anche se la lotta fratricida tra Cassimatis e Pirondini favorisce, sulla carta, Pd e Forza Italia.

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E poi c’e’ la Sicilia, isola dove i 5 Stelle registrano il record dei Comuni da loro amministrati. La sfida non e’ semplice: si corre a Palermo, dove il sindaco uscente Leoluca Orlando e’ dato in pole position e potrebbe gia’ superare il 40% necessario per vincere al primo turno (la percentuale prevista nella legge elettorale siciliana e’ 40% e non 50%) e se anche arrivasse al ballottaggio sarebbe con l’ex Pd Fabrizio Ferrandelli. Anche nel capoluogo siciliano, i Cinque Stelle si presentano divisi al loro interno, con coloro che sono vicini all’ex M5S, Riccardo Nuti, entrati in collisione con il candidato pentastellato Ugo Forello, nei confronti del quale hanno anche presentato un esposto. A Trapani, secondo i rumors, il candidato M5S Marcello Maltese appare fuori gioco. Ma Grillo punta ugualmente molto sulla Sicilia, anche in vista delle elezioni regionali del 5 novembre: non a caso proprio qui il leader ha tenuto gli ultimi comizi e cosi’ hanno fatto anche i ‘big’, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, che nei giorni di campagna elettorale sono andati piu’ di una volta per comizi che, cosi’ viene sottolineato dal M5S, sono stati “molto partecipati”. Tra le sfide siciliane, comunque, spiccano anche quella di Paterno’, citta’ natale di Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) e quella di Sciacca, nell’agrigentino, ‘feudo’ di Angelino Alfano.

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