Continua l’esodo dalla Casa Bianca, si dimette Hope Hicks capo comunicazione

1 marzo 2018

Continua l’esodo dalla Casa Bianca. Ad essersi dimessa è la direttrice della comunicazione, tra i più fidati consiglieri del presidente Donald Trump per cui ha lavorato per tre anni. Si tratta della 29enne ex modella Hope Kicks, la quarta persona a ricoprire e lasciare questo incarico da quando il magnate del mattone di New York è diventato leader Usa. Cresciuta tra i circoli dei ricconi di Greenwich, la capitale degli hedge fund in Connecticut, Hicks arrivò nella campagna di Trump dopo avere lavorato per il marchio di abbigliamento e accessori della figlia Ivanka. La conferma delle sue dimissioni è arrivata direttamente dal civico 1600 di Pennsylvania Avenue a Washington. Hicks ha fatto sapere di “non avere parole per esprimere la mia gratitudine nei confronti del presidente”, a cui ha augurato il meglio e al quale – stando alla versione fornita dalla Casa Bianca – avrebbe anticipato il suo desiderio di esplorare altre opportunità professionali. Lui ha risposto attraverso un comunicato dicendo che “Hope è eccezionale” e che “ha fatto un lavoro incredibile negli ultimi tre anni. È intelligente, riflessiva […] una persona davvero eccezionale. Mi mancherà averla al mio fianco, ma quando mi ha avvicinato parlando di altre opportunità, ho capito perfettamente. Sono sicuro che lavoreremo di nuovo insieme in futuro”. Anche John F. Kelly, da fine luglio il capo di gabinetto della Casa Bianca, ha usato toni celebrativi per lei. “Quando sono diventato Chief of Staff, mi sono subito reso conto di ciò che molti hanno imparato di Hope: lei è decisiva, pronta e molto saggia al di là della sua età”.

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L’ex generale che avrebbe strappato a Jared Kushner, il genero e consigliere di Trump, l’accesso alle informazioni più sensibili dell’intelligence americana, ha aggiunto: “È diventata una consigliera di fiducia e ha svolto un lavoro straordinario sovrintendendo le comunicazioni per l’agenda del presidente, incluso il passaggio della storica riforma fiscale. Ha servito il suo Paese con grande merito. Dire che ci mancherà, è un eufemismo”. L’annuncio dell’addio di Hicks, effettivo nelle settimane a venire, è giunto all’indomani della sua testimonianza durata quasi nove ore davanti ai membri della commissione Intelligence della Camera (che sta indagando sulla potenziale collusione tra la campagna di Trump e la Russia nell’ambito delle elezioni presidenziali del 2016). Trump ha sempre negato che ci sia stata collusione, tacciando come una “caccia alle streghe” le varie inchieste in corso riguardanti il cosiddetto Russiagate. Durante la sua testimonianza, Hicks ha ammesso di avere raccontato bugie a fin di bene per conto di Trump, quelle che in America chiamano “white lies”, ma ha sostenuto di non avere mai mentito in merito al Russiagate. Colei che lavorò per la campagna elettorale di Trump – cosa che l’ha resa la persona che per più tempo ha lavorato per il miliardario, avendolo affiancato prima ancora dell’annuncio della sua candidatura – ha sempre svolto il suo lavoro da dietro le quinte. Ma il suo nome è emerso con insistenza per via della sua presunta relazione romantica con l’ex segretario di gabinetto e del ruolo da lei giocato nel difenderlo a colpi di comunicati dallo scandalo in cui è stato travolto. Si tratta di Rob Porter, costretto a dimettersi il 7 febbraio dopo le accuse di violenza fatte pubblicamente dalle sue due ex mogli. Hicks era stata incaricata – inizialmente ad interim – di guidare la Comunicazione del presidente degli Stati Uniti lo scorso agosto, dopo il licenziamento di Anthony Scaramucci (rimasto in carica solo undici giorni e scelto dopo le dimissioni di Mike Dubke, presentate a maggio); tra le dimissioni e la nomina di Scaramucci, il ruolo era stato ricoperto ad interim da Sean Spicer, allora portavoce della Casa Bianca poi succeduto dall’ancora in carica Sarah Sanders.

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