“ABBIAMO DEPOSITATO IL MARCHIO”: il Festival di Sanremo finisce direttamente in tribunale | Rai in guai serissimi

Festival di Sanremo - (pexels) - IlFogliettone.it

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Festiva di Sanremo conteso: la kermesse più famosa d’Italia al centro di uno scontro legale e istituzionale.

Il Festival di Sanremo, simbolo indiscusso della cultura musicale italiana, è oggi al centro di un acceso confronto tra il Comune ligure e la Rai. Al cuore dello scontro vi è l’affidamento dell’organizzazione della celebre kermesse canora, messo in discussione da una sentenza del Tar della Liguria che ha annullato l’assegnazione diretta alla Rai, aprendo uno scenario inedito per il futuro del Festival. In attesa del verdetto del Consiglio di Stato previsto per il 22 maggio, le tensioni si stanno spostando su un nuovo terreno: quello della proprietà dei marchi.

In risposta al terremoto giudiziario, il Comune di Sanremo ha già pubblicato un bando per affidare le edizioni del Festival dal 2026 al 2028, con una possibile estensione fino al 2030. Il nuovo bando impone requisiti stringenti: l’emittente dovrà garantire almeno il 45-50% di share e versare una cifra minima di 6,5 milioni di euro l’anno, pari al 30% in più rispetto all’attuale accordo. A ciò si aggiunge l’obbligo di riconoscere al Comune l’1% dei ricavi pubblicitari e degli introiti derivanti dallo sfruttamento del marchio.

Mentre la questione legale si dirime nei tribunali, la battaglia si è estesa all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Il Comune di Sanremo, già titolare dal 1998 del marchio “Festival di Sanremo” e dal 2010 di “Festival della Canzone Italiana”, ha presentato lo scorso 2 aprile la richiesta di registrazione per un terzo nome: “Festival della Musica Italiana”. Una mossa preventiva che mira a blindare ogni possibile variazione nominale del brand storico.

La replica della Rai non si è fatta attendere. Il 14 aprile, l’emittente di Stato ha presentato istanza per registrare due nuovi marchi: “Il Festival della Rai” e “Festival Rai della Musica Italiana”. Una strategia difensiva che dimostra come a Viale Mazzini si stiano valutando scenari alternativi, tra cui anche l’ipotesi estrema di spostare il Festival in un’altra città, mantenendone però lo spirito e la tradizione.

L’inserimento a sorpresa di un terzo concorrente

La contesa sui marchi si è fatta ancora più intricata quando è emerso che un imprenditore palermitano, Eugenio Flaccovio, ha anch’egli presentato domanda per registrare “Festival della Musica Italiana”. Questo ha creato un ulteriore livello di complessità nella procedura di registrazione, che potrebbe concludersi con l’approvazione, l’opposizione da parte di altri soggetti o addirittura il rigetto.

Dietro le manovre legali e amministrative si cela un’ipotesi che sarebbe stata impensabile fino a qualche mese fa: la possibilità che la Rai, in caso di sconfitta legale e impossibilità di usare i marchi storici, possa decidere di dar vita a un festival musicale con caratteristiche simili ma in una nuova location. Un evento che richiamerebbe lo spirito di Sanremo, ma con un’identità rivisitata e marchio diverso.

Festival di Sanremo - (pexels) - IlFogliettone.it
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Un patrimonio culturale conteso tra pubblico e istituzioni locali

Il Festival di Sanremo rappresenta non solo un evento televisivo, ma anche un patrimonio culturale condiviso. La disputa attuale mette in luce una tensione crescente tra l’ente pubblico nazionale e l’amministrazione locale, entrambe intenzionate a detenere il controllo totale sulla kermesse più popolare d’Italia. La questione, oltre ad avere risvolti economici, tocca il tema dell’identità culturale e della gestione dei beni immateriali del Paese.

La prossima udienza del Consiglio di Stato si preannuncia decisiva. La sua pronuncia potrebbe chiarire chi, tra Comune e Rai, abbia titolo per guidare le sorti del Festival. Intanto, mentre i marchi sono sotto esame e le strategie si affinano, il pubblico assiste a un confronto che segnerà non solo il destino della manifestazione, ma anche la gestione futura degli eventi culturali in Italia.