Aggressione a Palermo a inviato Striscia, spari su auto blindata

Aggressione a Palermo a inviato Striscia, spari su auto blindata
L'inviato di Striscia, Vittorio Brumotti
26 febbraio 2018

Proseguono a ritmo serrato le indagini dei Carabinieri di Palermo sull’aggressione all’inviato di Striscia la notizia Vittorio Brumotti, avvenuta ieri pomeriggio nel quartiere Zen di Palermo mentre il giornalista stava documentando come viene gestito lo spaccio di droga nel quartiere. Ad aggredire la troupe un folto gruppo di abitanti dello Zen. La troupe, subito dopo lo sparo, si è rifugiata nell’auto blindata per ripararsi dagli aggressori. Ma in quel momento un blocco di cemento è stato gettato dai piani alti ed è finito, sbriciolandosi, sul tetto dell’auto. I Carabinieri hanno ascoltato l’inviato che ha raccontato quanto accaduto ieri. Intanto, le associazioni Laboratorio Zen Insieme, Batyk Batyk, Lievito e Handala a proposito dell’aggressione all’inviato di Striscia, affermano che “lo spaccio di stupefacenti, allo Zen come in qualunque altro quartiere del nostro Paese, è una realtà contro cui le Istituzioni devono fare i conti. Allo Zen queste attività non soltanto vengono contrastate, ma ogni giorno, faticosamente, c’è chi prova a costruire le condizioni per cui le risposte alle povertà siano diverse. Per fugare ogni dubbio sul fatto che lo spaccio sia una scelta, personale e censurabile, e non una delle risposte possibili alla condizione di povertà assoluta”.

”Spiace molto per l’accaduto – proseguono le associazioni – anche alla luce del rischio che si getti ombra su un lavoro costante e silenzioso di riscatto, portato avanti faticosamente insieme alla gente del quartiere. Pensiamo che mostrare gli effetti del disagio sociale, senza indagarne le cause, non sia giornalismo, ma sciacallaggio. E a pagare lo scotto dell’ennesimo sensazionalismo sullo Zen rischia di essere ancora una volta la comunità tutta”. ”Che gli spacciatori, a Palermo come a New York, per quel poco che ne sappiamo, non gradiscano che qualcuno gli punti una telecamera addosso, sinceramente fatichiamo a considerarla una notizia. Questo quartiere negli anni si è visto raccontare dalla stampa senza particolari disagi, per questo non nascondiamo l’amarezza davanti a un’operazione che ai più smaliziati potrebbe apparire quasi pensata per far salire lo share. Un dubbio che, sinceramente, ci lascia indignati. Ci auguriamo di sbagliarci – concludono le associazioni -, ma non vorremmo si trattasse dell’ennesima speculazione sulla pelle della gente dello Zen, per quella che da anni lavora in silenzio e senza pietismi per costruire il proprio riscatto”.

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