L’assessore siciliano all’Economia Alessandro Baccei l’aveva detto: le tre norme impugnate della legge di stabilita’ regionale approvata a marzo, non sarebbero state le ultime. Il Consiglio dei ministri ha anche censurato, infatti, le proroghe dei precari, tra le altre cose per mancanza di copertura finanziaria. Parla di ennesimo “smacco” il capogruppo di FI Marco Falcone, e di “certificata incapacita’ di un governo che non riesce nemmeno a garantire l’ordinario. Purtroppo ancora una volta siamo costretti ad assistere ad uno spettacolo veramente imbarazzante, con conseguenze nefaste per i soggetti che aspettano di avere una loro stabilita’”.
La notizia si diffonde nel giorno in cui l’Assemblea approva una mozione che nei fatti mette in mora il governo Crocetta e naturalmente quelli che verranno dopo, in relazione alle ripetute impugnative subite. Il testo stabilisce che il governatore non decida in modo solitario sui passi da fare dopo le censure, ma innanzitutto informi l’Aula, comunicando contestualmente se intende procedere, previa delibera di giunta, alla costituzione in giudizio da parte del governo regionale. L’Assemblea puo’ approvare nel merito delle eventuali impugnative un apposito atto di indirizzo nei confronti del governo. “L’atto di indirizzo approvato mi auguro non venga sottovalutato, ha infatti una grande importanza strategica – ha detto il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone – richiede un maggiore impegno anche dei deputati nel porre attenzione alle norme impugnate. L’Assemblea non sara’ un organo avulso rispetto alle decisioni che vengono prese sulle sorti delle leggi da noi prodotte. Dispiace certo che ci sia astato bisogno di una mozione – ha osservato richiamando il governatore Rosario Crocetta – mi auguro che una preannunciata legge che faccia chiarezza su rapporti governo e parlamento possa presto portarsi a compimento”.
(foto, aula Consiglio dei ministri)
