Anticipare le varianti Covid: il software italiano che rivoluziona i vaccini

Sfruttando l’evoluzione convergente, un nuovo algoritmo predice le mutazioni del virus

Un team di ricercatori italiani ha messo a punto un software innovativo in grado di anticipare le varianti del SARS-CoV-2, offrendo un prezioso strumento per aggiornare vaccini e terapie monoclonali. Questa scoperta promette di rivoluzionare la lotta contro il Covid-19, facilitando scelte più mirate e tempestive nella risposta alla pandemia in continua evoluzione.

Software avanzato per prevedere le mutazioni del virus

L’intuizione nasce dalla collaborazione tra l’Aoup di Pisa, il Politecnico di Milano e l’Istituto Spallanzani di Roma. Il nuovo algoritmo, chiamato ConvMut, si basa sul principio dell’evoluzione convergente, un fenomeno biologico in cui specie diverse sviluppano caratteristiche simili per adattarsi a condizioni ambientali comuni. ConvMut analizza milioni di sequenze genomiche del virus condivise in tempo reale attraverso la piattaforma internazionale GISAID, che raccoglie dati da migliaia di laboratori in tutto il mondo.

Evoluzione del virus sotto controllo

Daniele Focosi, ematologo e virologo dell’Aoup, spiega come grazie alle campagne vaccinali il Covid-19 sia diventato un problema principalmente per i pazienti immunocompromessi, ma il virus continua a mutare rapidamente richiedendo aggiornamenti frequenti dei vaccini. Finora, la scelta del ceppo su cui basare le nuove formulazioni si è affidata alla prevalenza di varianti al momento della decisione, con tempi di produzione tali da rischiare di arrivare troppo tardi rispetto all’evoluzione virale — oltre 5.000 sottotipi sono stati identificati fino ad oggi.

Un salto di qualità nella prevenzione

Secondo Fabrizio Maggi, direttore del Dipartimento di Epidemiologia dello Spallanzani, anticipare con mesi di anticipo la variante predominante consentirebbe vaccini più efficaci e personalizzati. ConvMut automatizza la produzione di grafici sull’evoluzione convergente delle mutazioni, un’operazione precedentemente manuale, permettendo di identificare in tempo reale quali mutazioni della proteina Spike saranno più rilevanti nei mesi a venire. Anna Bernasconi del Politecnico di Milano sottolinea inoltre come questo approccio possa ottimizzare non solo i vaccini ma anche lo sviluppo di anticorpi monoclonali, fondamentali per le terapie dei pazienti fragili.