Arrestato etiope a Roma, aveva lanciato bombole di gas contro gli agenti

Arrestato etiope a Roma, aveva lanciato bombole di gas contro gli agenti
5 settembre 2017

Lo cercavano dalla tarda mattinata del 24 agosto, da quando da una finestra dello stabile occupato in via Curtatone aveva lanciato bombole di gas contro gli agenti della Polizia di Stato che erano in piazza Indipendenza, a Roma, e stavano effettuando lo sgombero del palazzo. Ieri e’ stato individuato e sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per il reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Si tratta di un rifugiato etiope di 55 anni, rintracciato questa mattina nell’ambito dei controlli predisposti dal Questore di Roma presso la tendopoli improvvisata in piazza Madonna di Loreto dagli stessi sgomberati dal palazzo di via Curtatone. Si nascondeva tra gli sgomberati che avevano trasferito li’ il loro presidio, con il gazebo allestito a due passi da piazza Venezia e da sedi istituzionali, oltre che essere sotto gli occhi dei numerosi turisti. Ha tentato una nuova fuga quando ha visto arrivare una task force composta da personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri, da Polizia Roma Capitale, della sala operativa sociale del Comune e dell’Ama per un controllo e l’adozione di misure di assistenza degli aventi diritto. Fuga pero’ fallita, questa volta, e adesso l’uomo, accusato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, e’ nel carcere di Regina Coeli, in attesa dell’udienza di convalida che si terra’ nei prossimi giorni. A tutti gli altri che erano nell’improvvisato e illegale accampamento – spiega la Questura – sono state contestate le violazioni previste dalla normativa di settore, mentre il gazebo e lo striscione, entrambi non autorizzati, sono stati posti sotto sequestro.

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Il presidio era stato inizialmente autorizzato dalla Questura, ma con il trascorrere dei giorni era diventato abusivo, alimentato dalla presenza di persone estranee allo sgombero di via Curtatone. All’intervento di ieri mattina e’ seguito il si’ di altri migranti tra quelli del presidio che hanno accettato le soluzioni abitative proposte dal Campidoglio, portando a 29 (di cui 12 donne) il numero dei favorevoli ad essere accolti nelle strutture di accoglienza di Roma Capitale. Intanto sono state definite le linee guida della circolare “misure in materia di occupazioni arbitrarie di immobili”, circolare firmata dal capo di gabinetto del Viminale, Mario Morcone, e trasmessa a tutti i prefetti. Tra esse, l’istituzione di una cabina di regia, nell’ambito del ministero dell’Interno; la “mappatura” dei beni immobili, pubblici e privati, inutilizzati, compresi quelli sequestrati e confiscati alle mafie; la vigilanza dei territori e degli immobili tesa a prevenire la nascita e, soprattutto, il consolidamento di situazioni di illegalita’; la tutela dei soggetti “fragili” e dei nuclei familiari in situazioni di disagio economico e sociale. Le nuove disposizioni – nel solco di quanto gia’ previsto dall’articolo 11 del recente decreto legge sulla ‘sicurezza urbana’ – richiamano “la tutela e il contemperamento di molteplici interessi”: con le esigenze di ordine e sicurezza pubblica, entrano infatti in gioco sia i diritti dei proprietari, sia le condizioni degli occupanti.

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Della cabina di regia coordinata dal Viminale e necessaria per acquisire informazioni e valutare i diversi canali di intervento, faranno parte rappresentanti designati dall’Anci e dalla Conferenza dei presidenti di Regione nonche’ dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata. In tale sede, con l’aiuto dei prefetti e degli enti locali, si provvedera’ alla “ricognizione dei beni immobili privati e delle pubbliche amministrazioni inutilizzati, compresi quelli sequestrati e confiscati”. Ed e’ proprio sulla base di tale mappatura che verra’ proposto “un piano per l’effettivo utilizzo e riuso a fini abitativi”. Un ruolo chiave l’assume in quest’ottica il Comitato metropolitano, ovvero una sorta di ‘sintesi’ delle istanze delle istituzioni locali, di tutti i soggetti pubblici e privati e di organizzazioni del sociale, mentre il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica resta la sede privilegiata dell’analisi del quadro informativo, in relazione ai possibili risvolti di ordine pubblico delle operazioni di sgombero. La scala di priorita’ degli interessi che i prefetti devono tenere in considerazione mette in cima “i soggetti portatori di conclamate e oggettive fragilita’”, laddove la tutela dei nuclei familiari in situazioni di disagio economico e sociale “e’ assurta, con la legge di conversione del decreto, a condizione prioritaria per la definizione delle modalita’ di esecuzione delle operazioni di sgombero”. In ogni caso, la risposta piu’ efficace per evitare nuove occupazioni va individuata in una “attenta vigilanza dei territori e degli immobili non utilizzati”, capace di prevenire situazioni di illegalita’. Si tratta quindi di intervenire tempestivamente per far si’ che sia evitato il consolidamento di “situazioni di fatto poi difficili da rimuovere”.

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