Berlusconi vuole Fi al 25-30%. E “lancia” due gambe centriste

Berlusconi vuole Fi al 25-30%. E “lancia” due gambe centriste
L'ex premier, Silvio Berlusconi e la compagna, Francesca Pascale
9 novembre 2017

Una coalizione con Fdi e Lega in cui Forza Italia sia il primo partito, più due “gambe” centriste: una laica e una cattolica, la prima che tenga assieme da Costa a Sgarbi, la seconda riunita sotto l’antico simbolo scudocrociato. E’ lo schema che Silvio Berlusconi ha illustrato ai coordinatori di Forza Italia incontrati a palazzo Grazioli, con i quali ha cominciato a gettare le basi della campagna elettorale. Un incontro con fin troppi presenti perché il leader azzurro potesse svelare chissà quali strategie segrete, più che altro una riunione “motivazionale”, di quelle che servono a dare la carica e anche un po’ a rasserenare gli animi. Perché alla fine della fiera, il primo problema di tutti i parlamentari è quello di essere ricandidati, e dei vari responsabili locali è quello di non vedersi calare le scelte dall’alto. E, ovviamente, Silvio Berlusconi ha rassicurato tutti i coordinatori che saranno coinvolti al massimo livello. D’altra parte quella sarà la partita più delicata dei prossimi mesi con gli alleati, visto che il problema della leadership – complice il Rosatellum – è stato risolto con la decisione che toccherà a chi la sera delle elezioni avrà preso più voti. A breve, però, bisognerà “spartirsi” i collegi. Ai responsabili locali il leader azzurro ha ribadito che il criterio sarà quello dei sondaggi, che però Salvini ha già contestato dicendo di non essere interessato a candidature “X factor”. “Ma – ha spiegato – ne parleremo più avanti, quando i collegi saranno disegnati e avremo più chiaro il quadro di chi ci troveremo di fronte”. Chi già rilancia, però, è il leghista Giancarlo Giorgetti, uno che parla poco e che viene considerato tra i più dialoganti. “Noi vogliamo di più, più di Fdi e più di Fi”, dice ai microfoni di ‘Un giorno da pecora’.

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Insomma, tutti dicono che bisogna vincere assieme ma la competizione interna è già partita. Un doppio canale che Silvio Berlusconi ha mostrato di avere ben chiaro. “Noi – ha detto – dobbiamo portare Forza Italia al massimo possibile, dico il 25% ma possiamo arrivare anche al 30%. In questo modo la coalizione sarà oltre il 40%”. Cifre che sembrano irrealistiche a guardare gli attuali sondaggi, ma il punto è che essere il primo partito tra quelli che vincono vuol dire essere – tra l’altro – il primo interlocutore di Mattarella quando bisognerà formare il governo. Come ogni volta, ai coordinatori ha promesso che sarà presentissimo in campagna elettorale, che sarà almeno una volta in ogni Regione e che saranno lanciate iniziative su tutto il territorio nazionale, sulla scia di quel security day organizzato a marzo. Ancora una volta il nemico da battere è stato identificato con il M5s e con quel gruppo dirigente “che – ha sottolineato – non ha alcuna esperienza né in politica, né nella vita professionale” e inoltre “ha idee molto pericolose per il futuro dell’economia italiana”. “Di fronte al fallimento della sinistra e dei suoi governi – ha ribadito – Forza Italia costituisce, a Palermo come a Roma, l’unica alternativa seria e credibile al voto di protesta, al pauperismo, al ribellismo e al giustizialismo”. Berlusconi ha però parlato anche dell’allargamento al centro della coalizione e ha spiegato che non ci sarà solo una quarta, ma anche una quinta gamba. Di queste, una sarà di stampo più cattolico, animata da Lorenzo Cesa e da Gianfranco Rotondi, e dovrebbe riprorre il simbolo scudocrociato. L’altra, invece, sarà di impronta più laica e liberale. Già domani, al Senato è prevista una conferenza stampa del Movimento “Rinascita italiana” di Vittorio Sgarbi con Paolo Naccarato in cui dovrebbe essere annunciata la collocazione nel centrodestra. Di questa formazione dovrebbe far parte anche l’ex ministro Enrico Costa, ma il dialogo è aperto anche con altre componenti come Idea di Quagliariello o Dit di Raffaele Fitto.

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