Chi è Silvia Provvedi fidanzata di Giorgio De Stefano (arrestato per ‘ndrangheta)

Chi è Silvia Provvedi fidanzata di Giorgio De Stefano (arrestato per ‘ndrangheta)
Silvia Provvedi
24 giugno 2020

Ventisei anni, modenese, cantante e influencer, Silvia Provvedi è diventata mamma, lo scorso 18 giugno, di Nicole avuta con Giorgio De Stefano, coinvolto nella vasta operazione anti ‘ndrangheta di oggi. Per questo, oggi, è tutto un parlare social di lei. Nell’operazione non è implicata a nessun titolo dagli inquirenti. Con la sorella Giulia compone il gruppo “Le Donatella”, arrivato al successo grazie alla partecipazione a X Factor, dove hanno fin da subito mostrato il loro talento canoro. Il successo si è poi consolidato con diverse partecipazioni televisive, l`ultima al Grande Fratello Vip, che hanno vinto. Cantanti, conduttrici, influencer, la carriera de “Le Donatella” e quindi di Silvia Provvedi è stratificata e movimentata.

Alle spalle una relazione molto intensa con Fabrizio Corona che dopo soli due mesi li ha portati a convivere. Nel 2016 però Fabrizio Corona ha nuovamente guai con la giustizia, e durante questo lungo e buio periodo la fidanzata Silvia Provvedi difende sempre il suo uomo. La loro relazione però si conclude nell`estate 2018, dopo un periodo molto travagliato. Silvia e Giulia Provvedi hanno partecipato insieme nel 2012 a XFactor con il nome Provs Destination, per poi cambiarlo in Le Donatella, pare in onore della nota cantante Donatella Rettore. Le Donatella non riescono a vincere il talent ma a soli 20 anni pubblicano il primo album, intitolato Unpredictable. Nel 2014 esce il loro singolo Scarpe Diem, in cui sperimentano il genere rap. Le due gemelle partecipano all`Isola dei Famosi 2015 e vincono su Brice Martinet e Cecilia Rodriguez (nella stessa edizione partecipano anche Alex Belli, Cristina Buccino, Pierluigi Diaco). Nel 2018 conducono Italia Pro Surfer e poi concorrenti del game show Dance Dance Dance. Nel grande fratello del 2018 passati alla storia i siparietti con Fabrizio Corona che ha confessato di non avere mai amato.

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L’OPERAZIONE ANTI ‘NDRANGHETA

Vasta operazione della polizia contro la `ndrangheta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Reggio Calabria, finalizzata all`esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti dei capi storici, elementi di vertice, luogotenenti e affiliati alle potenti cosche dei De Stefano-Tegano e Libri, operanti nella città di Reggio Calabria. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, diverse estorsioni in danno di imprenditori e commercianti, detenzione e porto illegale di armi, aggravati dal metodo e dalla agevolazione mafiosa. Gli arresti sono stati eseguiti anche in altre province d`Italia, con il supporto delle Squadre Mobili di Milano, Como, Napoli, Pesaro Urbino, Roma. Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, coadiuvati dagli operatori dei Reparti Prevenzione Crimine e di altre Squadre Mobili del Sud, Centro e Nord Italia, hanno eseguito anche numerose perquisizioni e alcuni sequestri di aziende. “Malefix” è il nome dato all`operazione.

Le indagini svolte dalla polizia hanno documentato l`esistenza e l`operatività delle cosche De Stefano-Tegano e Libri, in posizione di preminenza nella città di Reggio Calabria, fornendo uno spaccato di sulle gravi frizioni nel sodalizio criminale De Stefano-Tegano e tra il clan e quello dei Libri rispetto alla spartizione degli ingenti proventi delle estorsioni ai danni di operatori economici e commerciali del centro cittadino di Reggio Calabria. E` emerso che ciascuna consorteria raccoglieva le estorsioni secondo prassi che non tenevano conto degli accordi in base ai quali i proventi dovevano essere divisi tra le cosche di riferimento sul territorio. Antonio Libri, che aveva assunto le redini dell`omonima cosca dopo l`arresto dei capi, aveva saputo che – in occasione delle festività natalizie del 2017 – era stata raccolta da Carmine e Giorgio De Stefano una consistente somma di denaro (alcune migliaia di euro), senza che nulla venisse corrisposto ai Libri. L`episodio estorsivo riguardava un noto imprenditore reggino della ristorazione, titolare anche di alcuni locali di intrattenimento.

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Di questo fatto Antonio Libri aveva informato Orazio Maria De Stefano, esponente di vertice dell`omonima famiglia di `ndrangheta nonché altri esponenti della famiglia federata dei Tegano, con alcuni dei quali aveva organizzato un summit per definire nuove e congiunte prospettive di profitto attraverso l`innovazione delle modalità operative estorsive ai danni degli operatori economici e la formazione di un gruppo misto costituito da appartenenti alle due distinte consorterie. Una sorta di commissione tecnica con l`obiettivo di evitare sovrapposizioni e fraintendimenti e provvedere ad un efficiente sistema di rastrellamento estorsivo lungo tutto l`asse del centro cittadino di Reggio Calabria in danno delle attività economiche, organizzando anche l`imposizione intimidatoria delle assunzioni da parte dei gestori di attività.

Attraverso il monitoraggio dei summit di `ndrangheta, gli investigatori della polizia hanno ricostruito le dinamiche criminali che regolano il funzionamento del locale di Archi e il tentativo di scissione della famiglia facente capo a Luigi Molinetti dalla casa madre dei De Stefano, storicamente egemone anche nel centro della città di Reggio Calabria. La volontà di Gino Molinetti e dei suoi figli di rendersi autonomi dai De Stefano trovava le sue ragioni nel malcontento del gruppo familiare di Molinetti, consistente nella iniqua spartizione dei proventi estorsivi, nel mancato riconoscimento di avanzamenti gerarchici all`interno della organizzazione mafiosa, nella mancata elargizione di prebende che pretendevano in virtù degli anni di fedeltà e dedizione alla cosca, nell`avversione alle pretese espansionistiche dei Molinetti sul locale di Gallico. Il timore che i dissidi con Luigi Molinetti potessero degenerare in una scissione dagli esiti incerti e pericolosi, aveva indotto i fratelli Carmine e Giorgio De Stefano (già Condello Sibio) ad investire della delicata questione Alfonso Molinetti, fratello di Luigi, ritenuto uno dei loro alleati più fedeli.

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