Via libera della Camera all’articolo 7 della riforma dei partiti. I voti favorevoli sono 234, i contrari 50 e 113 gli astenuti. La norma, consentendo l’uso di beni e servizi degli enti territoriali ai partiti o movimenti politici, a patto che questi siano iscritti nel registro previsto dalla legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti, di fatto esclude il Movimento 5 Stelle dal poter utilizzare, ad esempio, sale comunali o usufruire di servizi degli enti locali. Il Movimento 5 Stelle, infatti, non si e’ mai voluto iscrivere al registro, nonostante la legge disponga che per ottenere, ad esempio, i fondi derivanti dal 2×1000 siano necessaria l’iscrizione. Per questo, i pentastellati hanno tentato invano con alcuni emendamenti, tutti bocciati, di eliminare dal testo il riferimento all’iscrizione al registro.
L’articolo dispone la “promozione dello svolgimento delle attivita’ politiche in favore dei partiti iscritti nel registro” e prevede che “gli enti territoriali, previa disciplina della materia con apposito regolamento, anche attraverso convenzioni con istituzioni pubbliche o private, possono fornire beni o servizi ai partiti, movimenti e gruppi politici organizzati iscritti nel registro. Gli enti territoriali possono altresi’ stipulare con i medesimi soggetti di cui al presente articolo convenzioni per la messa a disposizione di locali per lo svolgimento di riunioni, assemblee, convegni o altre iniziative finalizzate allo svolgimento dell’attivita’ politica. Il rimborso delle spese di manutenzione e di funzionamento dei locali utilizzati per lo svolgimento di attivita’ politiche, per il tempo per il quale essi se ne avvalgono, secondo tariffari definiti dalle amministrazioni locali, e’ a carico dei medesimi soggetti utilizzatori”.
