Ddl concorrenza, si riparte la prossima settimana. M5S: modifiche altrimenti solo interessi “bottega”

Ddl concorrenza, si riparte la prossima settimana. M5S: modifiche altrimenti solo interessi “bottega”
19 maggio 2016

Il ddl concorrenza deve riprendere a marciare dopo i lavori altalenanti che hanno caratterizzato l’iter del provvedimento e la lunga pausa dovuta alle precipitose dimissioni di Federica Guidi. Oggi il neo-ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, ha incontrato i relatori al provvedimento in commissione Industria del Senato, Salvatore Tomaselli (Pd) e Luigi Marino (Ap), e con loro ha concordato il percorso da seguire: si riparte dalla prossima settimana e dopo le elezioni verranno affrontati gli ultimi nodi rimasti in vista del via libera di Palazzo Madama a fine giugno. “Riprendiamo a votare la settimana prossima – ha spiegato Tomaselli dopo l’incontro con il ministro – siamo impegnati a chiudere il prima possibile subito dopo le elezioni amministrative”. La settimana prossima dunque ripartono le votazioni sugli aspetti meno problematici e arriveranno alcuni emendamenti dei relatori, in particolare sui trasporti con la “delega al governo per gli Ncc e le scatole nere”. Si lavora anche alla proposta sul tetto al numero di farmacie possedute da società di capitale non detenuto da farmacisti, ma la questione è stata oggetto di un aspro braccio di ferro poco prima che i lavori della commissione si interrompessero.

Il M5s è sempre sul piede di guerra. “Senza modifiche strutturali delle disposizioni contenute, la ripresa dell’esame del ddl concorrenza continuerà a garantire solo interessi di bottega a discapito dei consumatori e della ripresa economica”, affermano i senatori Pentastellati della commissione Industria, Gianni Girotto e Gianluca Castaldi che auspicano che dll’incontro tra il ministro dello Sviluppo Economico Calenda e i relatori del provvedimento “venga assunta la decisione di modificare in modo strutturale i contenuti del ddl per favorire un reale processo di liberalizzazione in diversi settori e rimuovere i favori che la corte del ministro Guidi è riuscita ad inserire”. Entrando nel merito, per i senatori, “sui diversi temi che il provvedimento affronta (assicurazioni, professioni, farmaci, mercato elettrico e non solo) il Governo deve mostrare la volontà di interrompere i tanti privilegi finora concessi alle vecchie lobby e sostenere nuove regole per la creazione di un mercato realmente liberalizzato nel quale i consumatori possono massimizzare i loro vantaggi scegliendo da chi e cosa poter acquistare”. Nella riforma del mercato elettrico, invece, “l’attuale impianto ‘Guidi’ elimina la tutela a milioni di consumatori e concede a pochi fornitori di energia sostanziosi vantaggi che pagheremo nella bolletta con un incremento di circa il 20% del costo”, concludono i senatori.

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