“È finita l’estate, è finita la movida”: DECRETO LOCKDOWN, ufficializzato il ‘coprifuoco notturno I Da Settembre metti l’auto in garage prima di mezzanotte o ti salassano

Coprifuoco (social) - IlFogliettone.it

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Il “coprifuoco” d’estate: disagi e timori per le partenze di agosto, quali sono i timori per chi parte e lascia l’auto in città

Il mese di agosto è da sempre il periodo più intenso per il turismo estivo. Le partenze si moltiplicano e, con esse, anche i disagi. Le giornate da bollino nero sulle autostrade, i ritardi negli aeroporti e l’affollamento nei porti e nelle stazioni ferroviarie fanno parte di uno scenario ormai consueto. Ogni estate si ripete lo stesso copione: migliaia di persone si muovono contemporaneamente verso le mete delle vacanze, generando inevitabilmente caos e lunghe attese.

Sui social, molti utenti hanno ribattezzato questa situazione con il termine “coprifuoco estivo”. Una definizione che, pur ironica, fotografa bene l’immagine di città svuotate e strade deserte a partire da una certa ora, quando tutti sono partiti o già rinchiusi nei luoghi di villeggiatura. Il riferimento non riguarda un reale provvedimento normativo, bensì la percezione collettiva di un blocco forzato della mobilità, dovuto a scioperi e congestioni che rischiano di paralizzare i viaggiatori.

Ogni vacanza comincia con un misto di entusiasmo e preoccupazione. Da un lato, il desiderio di raggiungere la meta prescelta, dall’altro la paura di imprevisti: guasti, ritardi, smarrimento dei bagagli. Nei periodi di punta, come Ferragosto, il numero dei viaggiatori aumenta in modo esponenziale e con esso cresce anche il rischio di problemi. È proprio in queste settimane che molti preferiscono mete alternative e meno affollate, alla ricerca di un po’ di serenità.

Le località di mare e le grandi città d’arte continuano a essere prese d’assalto, ma non mancano le sorprese. Negli ultimi anni le montagne, e in particolare le Dolomiti, sono diventate un punto di riferimento per chi cerca frescura e natura. La pressione turistica è tale che si è addirittura ipotizzato l’uso di tornelli per regolare gli accessi. Tuttavia, nemmeno le mete più isolate sembrano immuni ai disagi di un sistema di trasporti che in estate viene messo a dura prova.

Scioperi negli aeroporti europei

A preoccupare maggiormente quest’anno è la situazione negli aeroporti del Portogallo, dove sono stati annunciati scioperi e agitazioni sindacali a Lisbona, Porto, Faro, Funchal e Porto Santo. Le conseguenze potrebbero riflettersi anche su chi viaggia verso la Spagna, in particolare a Barcellona, uno degli scali più frequentati d’Europa. Il rischio è quello di ritardi a catena che possano compromettere i piani di migliaia di turisti, già messi a dura prova dal traffico e dall’affollamento stagionale.

Sul fronte italiano, la situazione appare leggermente più sotto controllo. Non mancano, però, i segnali di tensione. Non mancano i consueti rallentamenti dovuti al traffico intenso e alle partenze concentrate nei fine settimana. Un contesto che contribuisce a rafforzare l’immagine del cosiddetto “coprifuoco”, inteso come limite inevitabile alla libertà di movimento.

Code in autostrada (social) – IlFogliettone.it

I consigli per chi viaggia

Se in Italia i problemi restano circoscritti a scioperi di breve durata, all’estero la situazione potrebbe essere più complessa. Per i viaggiatori è fondamentale non solo controllare eventuali ritardi negli orari dei voli, ma anche informarsi sulla presenza di agitazioni locali. Spesso anticipare o posticipare la partenza di poche ore può fare la differenza, evitando di restare bloccati a lungo negli scali internazionali.

Il termine “coprifuoco” applicato alle vacanze resta una provocazione, ma riflette il malcontento di molti cittadini che vedono trasformarsi il periodo di relax in una corsa a ostacoli. Le ferie dovrebbero rappresentare un momento di pausa e serenità, ma tra scioperi, code interminabili e aeroporti congestionati, la pazienza diventa la compagna di viaggio più importante. In fondo, la vera sfida di Ferragosto non è raggiungere la meta, ma riuscire a mantenere lo spirito vacanziero nonostante tutto.