Falso atto su Tiziano Renzi, indagato Scafato. L’ufficiale dei Noe sentito dai Pm

Falso atto su Tiziano Renzi, indagato Scafato. L’ufficiale dei Noe sentito dai Pm
10 aprile 2017

Giampaolo Scafarto, capitano del Noe, e’ indagato dalla Procura di Roma per il reato di falso per aver riferito in una informativa, girata alla magistratura, della presenza di soggetti legati ai servizi segreti nel corso di alcuni accertamenti svolti in ambito Consip e per aver attribuito all’imprenditore Alfredo Romeo (foto) la frase (riportata nell’informativa e legata a una conversazione ambientale intercettata nel dicembre scorso negli uffici della Romeo Gestioni) “… Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato”, frase effettivamente pronunciata da Italo Bocchino. Scafarto, sentito oggi dal pm Mario Palazzi, si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. In pratica, sono due gli episodi di falso che la Procura di Roma ha contestato a Gianpaolo Scafarto, il capitano dei carabinieri in forza al Comando Tutela dell’Ambiente che ha svolto le indagini sulla vicenda Consip. Episodi che, secondo gli inquirenti romani che poi al Noe hanno tolto la delega dell’inchiesta assegnandola al Nucleo investigativo di Roma, proverebbero come l’inchiesta sia stata viziata da significativi depistaggi a cominciare da un incontro (non suffragato da prove) tra l’imprenditore campano Alfredo Romeo, in carcere dal primo marzo scorso per corruzione per aver versato 100mila euro al dirigente Consip Marco Gasparri, e Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier.

Nel primo capo di imputazione, infatti, il pm Mario Palazzi spiega che Scafarto “redigeva nell’esercizio delle sue funzioni l’informativa n.246/557 nella quale, al fine di accreditare la tesi del coinvolgimento di personaggi asseritamente appartenenti ai servizi segreti, ometteva scientemente informazioni ottenute a seguito delle indagini esperite”. In particolare, dopo aver affermato che durante lo svolgimento delle indagini ‘lo scrivente e altri militari di questo comando hanno da tempo il ragionevole sospetto di ricevere ‘attenzioni’ da parte di qualche appartenente ai servizi’, “a conforto di cio’ – si legge nel capo di imputazione – indicava l’esistenza di due annotazioni di servizi deel 18 e 19 ottobre 2016, la seconda delle quali aveva evidenziato come, mentre i militari si erano recati a piazza Nicosia per effettuare l’acquisizione della spazzatura prodotta dalla Romeo Gestione spa (il famoso recupero dei ‘pizzini’ dall’immondizia, ndr), gli stessi ‘notavano persone, in abiti civili in atteggiamento sospetto, che piu’ volte incrociavano lo sguardo degli operanti e controllavano le targhe delle auto ivi parcheggiate; nello specifico due persone controllavano i movimenti degli operanti; si trattava di una persona (fotografata) che ha piu’ volte percorso le strade adiacenti piazza Nicosia, controllando le targhe dei mezzi parcheggiati”. Nel fare cio’ Scafarto “ometteva di riferire all’autorita’ giudiziaria” che l’uomo sospettato di essere uno 007, perche’ osservava i carabinieri mentre recuperavano ‘i pizzini’ di Romeo, era in realta’ E.R., un cittadino con residenza in quella strada. (

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