Finto rogo accidentale uccidere anziana, 2 arresti

1 giugno 2017

Arrestati tra Bruxelles e Palermo due uomini ritenuti responsabili della morte dell’anziana Carmela Nunzia Castelli, avvenuta a Villabate (Palermo) la notte del 28 novembre 2011 per insufficienza respiratoria acuta per intossicazione da monossido di carbonio, in seguito all’incendio doloso della sua abitazione. L’operazione è stata eseguita dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Palermo, in collaborazione con la Polizia belga e lo S.C.I.P. (Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia). I due – il 43enne Maurizio Castiglia, domiciliato a Bruxelles, e il 30enne Antonio Di Bella, residente a Misilmeri nel palermitano – sono accusati di incendio ed omicidio pluriaggravato, consumato e tentato. Ad emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stato il gip del Tribunale di Palermo, Lorenzo Jannelli, su richiesta del procuratore Francesco Lo Voi e del sostituto Renza Cescon. All’epoca dei fatti l’episodio fu “archiviato” come accidentale, perché imputato ad un corto circuito della presa di corrente di una stufa, ritenuta difettosa.

Le indagini erano state avviate sulla scorta di elementi acquisiti dalla Dia nel corso di un’altra attività investigativa e hanno dimostrato la natura dolosa dell’incendio, consentendo di far piena luce sull’efferato delitto, il cui movente sarebbe da individuare nella volontà dei due uomini di costringere l’anziana donna a lasciare l’appartamento, abitato anche dalla figlia disabile, per poterlo occupare abusivamente. Una situazione, tra l’altro, che poi si era concretizzata. Di Bella, infatti, dopo la morte della signora Castelli, aveva ristrutturato l’abitazione andandoci a vivere. In quella tragica notte, secondo le risultanze investigative, Castiglia e Di Bella cosparsero di liquido infiammabile la porta d’ingresso dell’abitazione, appiccando il fuoco poi propagatosi per la casa. I Vigili del Fuoco intervenuti avevano trovato riverso in cucina il corpo senza vita dell’anziana, riuscendo a sottrarre alle fiamme e a morte certa la figlia adolescente che, gravemente affetta da disabilità anche motoria, in preda al terrore aveva fortunosamente trovato riparo in camera da letto, ormai già lambita dalle fiamme.

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