Ingroia su Sicilia e-servizi, non capisco giudizio Corte conti

30 aprile 2016

“La sentenza di ieri della Corte d’appello di Palermo stabilisce in maniera definitiva che le assunzioni che io ho fatto nel 2013 per salvare i servizi pubblici essenziali legati all’informatica siciliana, compresi i servizi sanitari urgenti, erano non solo legittime, ma obbligatorie”. Lo afferma Antonio Ingroia, già commissario e ora amministratore unico di Sicilia e-Servizi, commentando la sentenza che reintegra un lavoratore a tempo indeterminato nella società di informatica della Regione Sicilia. Per l’ex pm, tutto ciò “rende ancora più evidente l’assurdità di un giudizio pendente davanti alla Corte dei conti portato avanti da un pm contabile, che, senza porsi il problema di come si poteva risolvere la terribile emergenza che si era creata in quei giorni del 2013, continua a sostenere non solo contro l’evidenza, ma ora anche contro la Corte d’appello di Palermo, che io quei lavoratori non avrei dovuto assumerli, e che dovrei risponderne per averlo fatto. E cioè per avere fatto solo quello che, secondo la Corte d’appello, era un mio preciso dovere. Al contrario – dice ancora Ingroia – semmai, sarei stato punibile se non li avessi assunti, violando un preciso obbligo di legge. Peraltro, solo grazie alla loro assunzione è stato possibile mettere in sicurezza e salvaguardare i servizi pubblici essenziali erogati da Sicilia e-Servizi”. Quando la Regione decise di escludere i privati dalla gestione dell’informatica siciliana, rendendola esclusivamente pubblica, Ingroia, appena nominato commissario, su delibera della Giunta Crocetta e parere favorevole dell’avvocatura distrettuale dello Stato, decise di assumere a tempo determinato tutti i lavoratori licenziati dal socio privato. Alcuni di essi però, che non avevano superato il periodo di prova, si rivolsero al Tribunale del lavoro per essere reintegrati, e ora la Corte d’appello dice che andavano assunti tutti e a tempo indeterminato.

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