Kim torna a sparare missili, SudCorea esprime “seria preoccupazione”. Usa alla NordCorea: rilasciate tutti i prigionieri politici

Kim torna a sparare missili, SudCorea esprime “seria preoccupazione”. Usa alla NordCorea: rilasciate tutti i prigionieri politici
Il leader nordcoreano, Kim Jong Un
9 maggio 2019

La Corea del Nord ha lanciato due missili a corto raggio dalla base di Sino-ri, nel Nord-Ovest del Paese. E’ l’analisi effettuata finora dal Comando Congiunto sudcoreano. “La Corea del Nord ha lanciato oggi due proiettili che si ritiene siano missili a corto raggio dalla provincia di Pyongan”, scrivono i vertici militari di Seul. I due missili, lanciati a venti minuti di distanza l’uno dall’altro, avrebbero percorso una distanza di 420 e di 270 chilometri prima di terminare la corsa. I comandi militari sudcoreani hanno infine precisato che e’ ancora in corso “un’analisi dettagliata” del lancio. Il lancio e’ avvenuto alle 16.30 (le 9.30 in Italia), in direzione est, e non e’ chiaro dove possano essere atterrati i missili, anche se si pensa possano essere finiti nel Mare del Giappone.

Sino-ri si trova circa 80 chilometri a nord-ovest della capitale, Pyongyang e in questa zona il regime di Kim Jong-un ha una base per i missili a medio raggio, i Nodong. I missili lanciati oggi, a soli cinque giorni da un test analogo compiuto sabato scorso, appare una nuova provocazione del regime di Kim e che potrebbe avere definitivamente affossato quello che e’ stato il piu’ grande traguardo rivendicato dal presidente Donald Trump: la sospensione dei test di armi, dal lancio di novembre 2017 del vettore balistico intercontinentale Hwasong-15, capace di raggiungere gli Stati Uniti. Kim da allora ha deciso una moratoria unilaterale come segnale di disponibilita’ negoziale verso gli Usa, ritenendo legittimi solo i test a corto raggio. Secondo le risoluzioni dell’Onu, invece, tutte i lanci di missili balistici sarebbero al bando. Intanto, l’Ufficio della Presidenza sudcoreana ha espresso “seria preoccupazione” sulla considerazione che la mossa “non aiuti affatto gli sforzi in atto per migliorare i rapporti intercoreani e per allentare le tensioni militari sulla penisola.

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Il Giappone non ha registrato “alcuna situazione che potrebbe avere un impatto immediato sulla sicurezza” dopo il lancio di proiettili compiuto dalla Corea del Nord. Lo ha riferito in una nota citata dall’agenzia di stampa sud-coreana Yonhap il Ministero della Difesa di Tokyo. Dalle prime analisi dell’intelligence sudcoreana, sembra che stavolta Pyongyang abbia lanciato, i due missili, rispettivamente, alle 16:29 e alle 16:39 (9:29 e 9:39 in Italia) dall’area di Kusong, non distante dalla base missilistica di Sino-ri, e che hanno percorso una distanza di 420 e di 270 chilometri prima di terminare la corsa. Il Ministero della Difesa di Tokyo ha anche specificato che i due missili lanciati dal regime di Kim Jong-un non sono finiti nelle acque territoriali giapponesi.

Dall’altra parte dell’Oceano, gli Stati Uniti rilanciano, chiedendo alla Corea del Nord di “smantellare tutti i campi di prigionia politici” e di rilasciare tutti i detenuti, che sarebbero tra gli 80.000 e i 120.000. Lo ha detto Mark Cassayre, l’incaricato d’affari statunitense al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, in Svizzera, durante una riunione dell’organismo. Inoltre, Cassayre ha chiesto a Pyongyang di concedere ai cooperanti stranieri nel Paese libertà di movimento e accesso alle popolazioni bisognose. In precedenza, l’ambasciatore nordcoreano, Han Tae Song, aveva detto che “il diritto alla vita e le libertà fondamentali delle persone sono pienamente assicurati” nella Repubblica popolare democratica di Corea, ma che le sanzioni internazionali ne starebbero ostacolando il godimento.

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