Mafia Capitale, pronto l’appello. Pignatone: “Fiduciosi su nuovi sviluppi”

Mafia Capitale, pronto l’appello. Pignatone: “Fiduciosi su nuovi sviluppi”
Giuseppe Pignatone
13 novembre 2017

Mafia Capitale ritorna in primo piano. Il procuratore di Roma è pronto a presentare l’appello, avendo “studiato la sentenza, riteniamo di non condividerla”. “Stiamo scrivendo l’appello perche’ riteniamo che la costruzione accusatoria mantenga la sua validità – spiega Giuseppe Pignatone -. Siamo fiduciosi su ulteriori sviluppi”. Il procuratore di Roma, sottolinea che “nel caso di Mafia capitale c’era una particolarità”. “Questa associazione  – prosegue Pignatone – non dominava un territorio, sia pure limitato, ma un settore d’affari e una serie di rapporti con un pezzo dell’amministrazione comunale di Roma. E secondo noi otteneva questo controllo con un metodo mafioso: aveva la disponibilita’ della violenza, ma era diffusissimo il ricorso alla corruzione”. Per il procuratore nazionale Antimafia, le mafie a Roma esistono e sono sia autoctone che d’importazione. “Le mafie a Roma ci sono, sia quelle di importazione, sia mafie autoctone, che sono forse meno aggressive, ma definibili come associazioni mafiose” evidenzia Franco Roberti, affermando che “la sentenza Mafia Capitale è una sentenza, per quanto importante” ma “altre sentenze hanno affermato la presenza delle mafie in relazione a reati commessi nel territorio romano”.

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Il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone conferma la tesi di Roberti e rincara la dose: “Le mafie a Roma ci sono sempre state, l’impressione era che quelle tradizionali avessero ‘ambasciate’ romane, da un po’ ci siamo accorti che ci sono mafie autoctone che hanno la necessità di mettere il bavaglio alla stampa”. L’ultimo episodio in termini cronologici è quello dell’aggressione avvenuta a opera di Roberto Spada contro la troupe di Nemo Nessuno escluso, che lo aveva raggiunto a Ostia per intervistarlo riguardo al suo sostegno al partito di CasaPound. Dopo la testata a Daniele Piervincenzi, Spada lo aveva inseguito colpendo lui e il cameraman con un bastone: il tutto ripreso dalla telecamera Rai. E proprio l’aggravante del “metodo mafioso” è stata contestata a Spada insieme ai “futili motivi” che l’hanno spinto ad esercitare la violenza per allontanare la troupe. “La stampa consente di rendere noti i fatti e di permettere ai cittadini di capire le cose – ha aggiunto Cantone – da sempre le mafie vedono con particolare preoccupazione i giornalisti impegnati”.

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