Mancata bonifica Ilva, Corte europea diritti condanna Italia

Mancata bonifica Ilva, Corte europea diritti condanna Italia
25 gennaio 2019

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito all’unanimità che i responsabili dell’accieria Ilva di Taranto e le autorità competenti italiane hanno violato l’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e l’articolo 13 (diritto a un ricorso effettivo) della Convenzione europea su Diritti umani, per la persistenza della situazione di pericolo per l’ambiente e la salute umana della popolazione nelle aree vicine agli impianti, per l’inefficacia dei rimedi presi a livello locale.

La Corte non ha ritenuto invece di considerare la violazione dell’articolo 2 (diritto alla vita), che pure era stata denunciata dai 180 cittadini dell’area più esposta al rischio ambientale (Taranto, e i comuni di Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola) che avevano presentato il ricorso. La Corte ha ritenuto che la persistenza della situazione d’inquinamento ambientale ha messo in pericolo la salute dei ricorrenti e, più in generale, quella dell’intera popolazione che vive nelle aree a rischio. La popolazione, inoltre, è rimasta senza informazioni sui progressi delle operazioni di bonifica, sul loro inizio e sulla tempistica dei lavori. Le autorità nazionali non sono riuscite a prendere tutte le misure necessarie per fornire una protezione efficace del diritto dei richiedenti al rispetto delle loro vita privata. Pertanto, la Corte ha stabilito che c’è stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione.

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Inoltre, secondo i giudici di Strasburgo i ricorrenti non hanno avuto a disposizione uno strumento di ricorso efficace che consentisse loro di rivolgersi alle autorità nazionali per denunciare il fatto che è impossibile ottenere misure per garantire la decontaminazione delle aree interessate dalle emissioni tossiche dell’Ilva. Per la Corte vi è stata, dunque, anche una violazione dell’articolo 13. Infine, in forza dell’articolo 46 della Convenzione (carattere vincolante ed esecuzione delle sentenze), la Corte ha ribadito che sta ora al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa indicare al governo italiano le misure che dovrebbero essere prese per garantire che la sentenza della Corte sia eseguita. In questo contesto, comunque, la sentenza sottolinea che la bonifica della fabbrica e dell’area colpite dall’inquinamento ambientale sono essenziali e urgenti, e conclude che il piano ambientale approvato dalle autorità nazionali – che stabilisce le misure e azioni necessarie per garantire la protezione dell’ambiente e della salute della popolazione – dovrebbe essere attuato il più rapidamente possibile.

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