Movente legato alla droga, svolta nell’uccisione di Luca. Due fermati

25 ottobre 2019

Due fermi e un movente legato alla droga. Due giovani di 21 anni, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, entrambi della periferia romana di San Basilio e con precedenti penali, sono stati interrogati e poi fermati per l’omicidio di Luca Sacchi, personal trainer di 24 anni, ucciso con un colpo di pistola alla testa due sere fa davanti al pub John Cabot in zona Appio, nella Capitale. Adesso i due sospettati sono stati portati nel carcere di Regina Coeli. Gli investigatori cominciano cosi’ a far chiarezza sul delitto che ha scosso la citta’ e il quadro che si delinea cambia lo scenario iniziale: quello che sembrava, infatti, un tentativo di scippo finito nel sangue in realta’, secondo le prime ricostruzioni investigative, nasconderebbe uno scambio di droga finito male. Quella sera Luca Sacchi e la sua fidanzata Anastasia, viene riferito, volevano acquistare della droga e per questo si sarebbero avvicinati ai due sospettati e avrebbero mostrato loro il denaro contenuto nello zaino della ragazza. I due 21enni, quindi, sarebbero poi tornati indietro con la droga ma, armati di pistola, avrebbero tentato di rubare lo zainetto. E’ a quel punto che Luca avrebbe reagito; poi, il colpo di pistola alla nuca che lo ha ucciso.

A determinare la svolta – in quella che il capo della Squadra Mobile di Roma, Luigi Silipo e il colonnello Mario Conio, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Roma, hanno definito “un’indagine lampo” – sono state le segnalazioni fatte dalla mamma e dal fratello di uno dei due accusati: nella notte, infatti, sono stati i due familiari a presentarsi al commissariato e a raccontare quello che avevano appreso. Usando queste parole: “Ha fatto una cazzata”. Da li’, le indagini di polizia e carabinieri che sono arrivate ai due: uno si era nascosto in un residence a Tor Cervara, l’altro su una terrazza a Torpignattara. I due fermati, spiegano pero’ Silipo e Conio, “non si sono assolutamente costituiti” come sembrava in un primo momento. “Sono stati raccolti elementi – sottolineano – e poi sono stati catturati fuori dal domicilio, in luoghi dove si nascondevano. Uno dei due era in un residence, non e’ stato facile rintracciarlo. Hanno usufruito di legami familiari e di conoscenze”. A carico dei due in stato di fermo, secondo gli investigatori, sono stati raccolti dei gravi indizi. Sequestrata l’auto a bordo della quale sono fuggiti mentre e’ ancora in corso la ricerca della pistola usata per il delitto.

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