Voto ai 18enni, no emendamenti ma ddl al Senato su primo step “contrappesi”

Voto ai 18enni, no emendamenti ma ddl al Senato su primo step “contrappesi”
Scranni del Senato
25 ottobre 2019

Un nuovo ddl costituzionale da abbinare a quello gia’ all’esame della commissione Affari costituzionali di palazzo Madama sul voto ai 18enni per eleggere il Senato. E’ la strada scelta dalla maggioranza di governo, per avviare il percorso del primo ‘step’ del ‘pacchetto riforme’, contenuto nel documento di impegni sottoscritto da Pd, M5s, Leu e Italia viva, con l’obiettivo di introdurre dei ‘contrappesi’ all’effetto del taglio dei parlamentari. Come scritto nel documento di impegni, in questa fase si procedera’ con l’equiparazione dell’elettorato attivo e passivo di Camera e Senato, con la modifica dell’elezione su base regionale del Senato e con la riduzione del numero dei delegati regionali che eleggono il presidente della Repubblica. Inizialmente la maggioranza aveva ipotizzato di introdurre le prime tre riforme che fanno parte dell’accordo siglato attraverso una serie di emendamenti al ddl sul voto ai 18enni. Tuttavia, viene spiegato da fonti parlamentari giallorosse, si poneva il problema del rischio di estraneita’ della materia al contenuto del ddl costituzionale e, quindi, si e’ optato per un nuovo ddl ad hoc, da abbinare alla riforma gia’ in esame a palazzo Madama. Il ddl e’ stato assegnato alla commissione Affari costituzionali del Senato mercoledi’ scorso. Martedi’ prossimo la commissione tornera’ a riunirsi con all’ordine del giorno, tra gli altri argomenti, anche la riforma costituzionale e sara’ quella l’occasione, viene confermato, per chiedere l’abbinamento del nuovo ddl costituzionale, a prima firma del dem Alan Ferrari.

Il ddl costituzionale si compone di 4 articoli, ciascuno dedicato a una delle prime tre riforme che andranno a ‘controbilanciare’ gli effetti del taglio dei parlamentari. L’articolo 1 modifica la base elettorale per l’elezione del Senato della Repubblica: “All’articolo 57 della Costituzione, il primo comma e’ sostituito dal seguente:Il Senato della Repubblica e’ eletto a base circoscrizionale, nel rispetto del numero minimo di seggi comunque assegnati a ciascuna Regione o Provincia autonoma’”. I senatori, dunque, non saranno piu’ eletti su base regionale, bensi’ circoscrizionale. L’articolo 2 modifica l’elettorato attivo e passivo per il Senato, equiparandolo a quello della Camera, e recita: “L’articolo 58 della Costituzione e’ sostituito dal seguente: ‘Il Senato della Repubblica e’ eletto a suffragio universale e diretto. Sono eleggibili a senatori tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di eta””. Dunque, potranno essere eletti a palazzo Madama non piu’ i cittadini che hanno compiuto 40 anni ma, come per la Camera, chi ha compiuto i 25 anni di eta’.

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Con il ddl gia’ all’esame, invece, viene equiparato anche l’elettorato attivo: potranno eleggere i senatori tutti i cittadini che hanno compiuto i 18 anni di eta’, come vale per la Camera. L’articolo 3 modifica la platea che elegge il Capo dello Stato, in particolare riducendo il numero dei delegati regionali, e recita: “All’articolo 83 della Costituzione, il secondo comma e’ sostituito dal seguente:’All’elezione partecipano due delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze'”. Il testo attuale dell’articolo 83 della Costituzione recita invece: “All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato”. Infine, l’articolo 4 del ddl stabilisce la decorrenza della riforma, che “si applica a decorrere dalla legislatura successiva a quella in corso alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e solo successivamente alla promulgazione della legge costituzionale recante ‘Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari'”.

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