Pietro Branchi, la grandezza dell’immagine svelata dal dettaglio

Milano-Tram
11 maggio 2018

Con l’avvento delle fotocamere digitali e degli smartphone tutti, più o meno, ci sentiamo fotografi: perché scattare è alla portata di tutti e perché l’alta definizione, di cui è dotata la moderna tecnologia, rende l’impatto visivo di grande effetto a prescindere dalla mano che esegue lo scatto. Eppure i professionisti si distinguono perché è il loro occhio a fare la differenza, ed è ciò che definisce lo spartiacque tra l’artista e la persona comune. Pietro Branchi è un grande fotografo con la straordinaria capacità di riuscire a cogliere quel dettaglio, quel particolare, che rende le sue immagini assolutamente uniche, meravigliose e con la capacità di catturare l’emozione, prima ancora che l’occhio. Luogo comune tra gli amanti di questo particolare settore dell’arte visiva, è che gli scatti per essere definiti artistici debbano necessariamente essere in bianco e nero, grazie al tocco raffinato e senza tempo che se ne ottiene; tuttavia esistono casi in cui la scelta del colore amplifica la bellezza del dettaglio, la meraviglia dei contrasti dei paesaggi raccontati, avvolge di tonalità vive i cieli, i mari,

Santorini

le persone che vengono descritte come se fossero davanti all’osservatore. Ed è proprio questa la straordinaria sensibilità che esce prorompente dagli scatti di Branchi, che invece con il colore gioca magistralmente scegliendo con cura il tono, l’intensità e il contrasto luce-ombra che rappresentano elemento fondamentale, al di là di cosa si possa fare successivamente con il fotoritocco, ormai divenuto pratica comune anche tra i professionisti. Ma lui ha quel dono di saper regolare la macchina con la tonalità migliore per il soggetto che sta fotografando, di cogliere il particolare, la luce, il momento perfetto da immortalare; quel momento che non si limita a descrivere l’immagine bensì racconta un’intera storia. Ecco dunque che una bambina indiana rivela tutta la curiosità nell’osservare qualcosa che colpisce la sua attenzione, e al tempo stesso manifesta la tenerezza della sua innocenza, un’infanzia vissuta in un paese che non ha nulla eppure, guardandola, sembra che abbia tutto.

Bambina indiana

O lo scorcio di Santorini dove il focus è puntato non tanto sulle case tipiche e sul mare azzurro, quanto sulle increspature bianche, lasciate dalle barche in movimento e dalla brezza che soffia sulla superficie piatta dell’acqua, e che, complice l’incredibile luce che avvolge l’isola, disegnano quasi un paesaggio nel paesaggio. Oppure la Milano dei grattacieli, quelli che le hanno permesso di indossare una nuova pelle e di mostrarsi in tutta la sua ritrovata bellezza, la stessa che l’occhio di Pietro Branchi sa cogliere perfettamente, perché l’ha vista cambiare negli anni, perché è diventata la sua amata città. Ha viaggiato molto, per immortalare scorci, paesaggi di luoghi lontani ma che riesce a rendere incredibilmente vicini, grazie all’innata capacità di far sentire l’osservatore dentro la scena, quasi potesse toccare con la mano le affascinanti dune di Dubai, dove l’esaltazione dell’insieme è dato dal disco del sole che sorge, con tutte le sfumature di arancio e la foschia del mattino ad avvolgerlo. Le stelle della Via Lattea, luce incredibile nel cielo che mette in ombra le mille altre luci, quelle della città sottostante.

Via Lattea

Le scie degli aerei che solcano il cielo di montagna. Sono questi i dettagli che rendono uniche le immagini di Pietro Branchi, perché l’attenzione a quel dettaglio che regala allo scatto una nota irripetibile è anche la stessa che riesce ad amplificare la bellezza mozzafiato di un paesaggio, di un ritratto, del momento più importante di un evento. Amante dei reportage di viaggio, si confronta appunto anche con eventi e ritratti, perché in fondo il bello si trova ovunque, in uno sguardo, in un sorriso, nella celebrazione di un avvenimento importante. È questo in fondo che conta per chi desidera cogliere e raccogliere emozioni, tutto ciò che riesce a descrivere un attimo unico e che può essere narrato, e ricordato, solo grazie al lavoro di chi è capace di imprimerlo, per sempre, in uno scatto.

Appassionato di fotografia fin da bambino, grazie agli insegnamenti del nonno di cui conserva ancora le fotocamere, Branchi si forma da autodidatta scattando con la Reflex che gli fu regalata al Liceo, e visitando, ogni volta che poteva, mostre e musei. Questo gli ha permesso di ampliare e comprendere l’importanza dell’arte visiva, a prescindere dal mezzo attraverso il quale la si esprima e manifesti, perché è proprio quel particolare punto di vista, quello di chi va oltre ciò che si vede a primo impatto, quella capacità di raccontare un’atmosfera prima ancora che un’immagine, a fare la differenza. Da quel momento di comprensione e di avvicinamento all’arte, il suo percorso formativo non si è più arrestato, ha frequentato corsi e workshop che l’hanno portato a essere riconosciuto come fotografo professionista da Nikon e dall’Associazione Fotografi Professionisti – Tau Visual. Lavora e opera a Milano ma si muove su tutto il territorio nazionale e internazionale, se richiesto.

 

 

Pietro Branchi

Email: pietro@pietrobranchi.com

Sito web: http://www.pietrobranchi.com/

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