Prosegue dialogo M5s-Pd, ma è ancora scontro su poltrone. Nodo vicepremier

27 agosto 2019

Rimane ancora lo ‘scoglio’ del ruolo di Luigi Di Maio nella trattativa tra M5S e Pd per la costituzione del nuovo governo. Dopo l’ok del Pd alla premiership di Giuseppe Conte, i dem ritengono di non poter dire di sì ad un esecutivo in cui il leader politico del M5s conservi l’incarico di vice presidente del Consiglio che aveva nel governo gialloverde. Il nodo non si è sciolto oggi e probabilmene non si scioglierà prima di domani sera, a ridosso delle consultazioni al Quirinale. Sicuramente il partito di Nicola Zingaretti non considera ‘di svolta’ un governo con due vice premier a fianco del premier, che riprodurrebbe esattamente il format del governo dimissionario. E pur di evitarlo potrebbero anche essere disponibili, secondo una ipotesi presa in considerazione nel corso della giornata, ad un governo Conte 2 senza vicepresidenti del consiglio.

Dunque, avanti tutta tra Pd e M5s per verificare la possibilita’ di un nuovo governo giallorosso. E come detto, il nodo principale è la vicepresidenza. Il ragionamento che ancora a sinistra viene fatto, e’ che nel governo gialloverde il presidente del Consiglio era alla guida del paese insieme ai due capi politici dei partiti di maggioranza. Dunque, da considerare mediatore e super partes. Ora invece la situazione cambierebbe: sarebbe un esponente del Movimento 5 Stelle, supportato in maniera totale dai pentastellati, tanto che, in assenza di una parola chiara sul punto, e’ naufragato l’incontro di stamane alle 11. I canali si sono riaperti con il riconoscimento del Pd del lavoro di Conte e l’accordo su una legge di bilancio condivisa. E mentre si lavora per superare lo scoglio della vicepresidemnza, si tratta anche sull’esecutivo, al Pd dovrebbero andare sette dicasteri. Nella squadra anche Delrio (destinato alle Politiche sociali) ma non e’ ancora certo se ci saranno i renziani.

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“O abbiamo delle caselle importanti o non e’ detto che entriamo”, spiegava oggi un fedelissimo del senatore di Scandicci. Insomma l’ex premier non vorrebbe che esponenti di primo piano possano essere spesi per dicasteri non importanti e potrebbe cosi’ seguire la politica delle ‘mani libere’. Resta quindi ancora da capire quali dem entraranno nel governo. Si fanno i nomi di Franceschini o Orlando come vicepremier, di De Micheli, Morassut, Gentiloni, forse Padoan. La Giustizia potrebbe restare al Movimento 5 stelle ma non sarebbe ancora risolto il nodo sul vicepremier. Di Maio sembrerebbe destinato alla Difesa (o a restare ministro dello Sviluppo) ma per il Pd non puo’ restare vice di Conte. Fonti parlamentari dem riferiscono peraltro che una gran parte dei gruppi parlamentari sono perplessi sul fatto che la trattativa possa bloccarsi sul nodo del vicepremier. E non e’ un caso che i capigruppo D’Uva e Patuanelli abbiano sottolineato che il capo M5s resta Di Maio.

La Lega ancora spera nella resistenza di Di Battista e Paragone e che i parlamentari del Nord facciano saltare l’intesa. Ma diversi ‘big’ sottolineano che ormai la strada del Carroccio e’ quella dell’opposizione: “L’accordo – la convinzione degli ‘ex lumbard’ – ormai lo hanno trovato. E’ un Monti bis, altro che Conte bis”. Nel frattempo, sarebbe invece tramontata la ‘disputa’ sulla titolarita’ del Viminale che il M5s avrebbe rivendicato, anche se fonti del Movimento hanno smentito. Intanto, si e’ conclusa l’assemblea congiunta dei parlamentari 5 stelle, a cui non ha partecipato Di Maio, impegnato su altri tavoli. Non e’ mancato, viene riferito, chi ha sollevato il tema della votazione sulla piattaforma Rousseau per far sentire la voce degli attivisti rispetto all’eventuale accordo col Pd. Certo non e’ successo quello che qualcuno paventava: una possibile resa dei conti rispetto alla trattativa in corso, che secondo quanto e’ stato riferito la maggioranza dei parlamentari a 5 stelle vorrebbe arrivasse in porto. Viene smentito poi da fonti qualificate che Conte, forte oggi anche di un assist di Donald Trump, possa oscurare il ruolo del capo politico di M5s.

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