Schiaffo all’Ue di Macron: “Hotspot in Libia con o senza Ue”

Schiaffo all’Ue di Macron: “Hotspot in Libia con o senza Ue”
27 luglio 2017

Emmanuel Macron ha annunciato la creazione di hotspot per migranti in Libia già questa estate e intende farlo, ha detto, con o senza l’Europa. Un nuovo passo della campagna di Libia del presidente francese, che due giorni fa ha riunito nei pressi di Parigi il premier libico Fayez Serraj e il generale Khalifa Haftar, e soprattutto un altro passo nella sua campagna per limitare il flusso migratorio ai rifugiati e fermare i migranti economici. “La Francia creerà in Libia da quest’estate degli hotspot”, dei centri per aspiranti richiedenti asilo, ha annunciato Macron a margine di una visita al centro d’accoglienza per rifugiati di Orléans. “L’idea è di creare hotspot in modo da evitare che delle persone si assumano folli rischi anche se non sono idonee all’asilo. Andremo a cercare la gente” prima che sbarchi in Europa, ha affermato. “Conto di farlo da questa estate” e la Francia si muoverà con, o senza l’Europa. Il presidente arrivato all’Eliseo sulle note dell’Inno alla gioia, l’inno europeo, non ha precisato come intenda procedere e cosa intenda quando dice che lo farà “con o senza l’Europa”. Non si sa se il primo ministro libico riconosciuto dall’Onu e l’uomo forte di Tripoli abbiano sottoscritto il progetto di creare dei centri per “filtrare” i migranti che dalle coste libiche partono alla volta dell’Ue, sbarcando essenzialmente nei porti sulle coste italiane. Ma già i due, che al vertice francese hanno promesso un cessate il fuoco, oggi sono tornati a litigare per mezzo stampa. Haftar in una intervista a France 24 ha accusato infatti al-Sarraj di non “avere alcuna autorità a Tripoli” e di essere un “fanfarone”.

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Dopo l’incontro Con al Sarraj ieri a Roma il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha rivelato che il premier libico ha chiesto al governo italiano un “sostegno tecnico con unità navali italiane nel comune contrasto al traffico di esseri umani da svolgersi in acque libiche” e il governo italiano sta valutando questa opzione. Gentiloni ha ringraziato la Francia e Macron per l’incontro e ha sottolineato che “non sarà un percorso semplice, ma siamo fiduciosi che lavorando tutti insieme si possano ottener risultati”. Se sul dossier migranti dopo il ‘no’ francese all’apertura dei suoi porti per alleviare l’emergenza italiana il coordinamento con Roma e Bruxelles è tutto da verificare, un altro fronte aperto da Macron alimenta tensioni con l’Italia, quello della decisione di nazionalizzare Stx, la società di cui Fincantieri ha acquisito il controllo con il 66,6%, che l’Eliseo. Mi sembra che i francesi si stiano avvitando su se stessi e che Macron ripeta gli stessi primi passi di Mitterand quando nazionalizzò tutto, per poi tornare indietro un anno dopo”, ha commentato viceministro degli Affari Esteri Mario Giro, contattat da Askanews. “Si tratta di un atteggiamento fuori tempo e senza prospettiva. Bene ha fatto il ministro Calenda a rispondere per le rime ieri alla Francia”. “Non mi pare che questo sia il mondo di costruire la solidarietà europea – ha aggiunto il viceministro – ma si sa che troppe promesse elettoralistiche alla fine fanno male. Non vedo perchè una impresa francese che prima apparteneva ai coreani non possa oggi essere italiana: forse è il caso che a Parigi si chiariscano le idee”.

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