Taglio degli eletti, per i partiti ore è rebus sulla durata della legislatura

Taglio degli eletti, per i partiti ore è rebus sulla durata della legislatura
19 dicembre 2019

Il possibile referendum sul taglio dei parlamentari e’ il convitato di pietra nella cerimonia di auguri di fine anno di Sergio Mattarella alle alte cariche. Nei capannelli che si snocciolano sotto i lampadari illuminati del salone delle Feste del Quirinale, tra una stretta di mano e qualche frase sottovoce, l’argomento del giorno e’ la valutazione delle ripercussioni del referendum sulla durata della legislatura. Giuseppe Conte mostra sicurezza: “Abbiamo tanto da fare ancora”, la consultazione “non influenza e non puo’ influenzare l’agenda” di governo, perche’ “sono percorsi istituzionali”. “Giorno dopo giorno lavoro per risolvere i problemi” ha assicurato. Poco piu’ in la’ altri non mostrano altrettanta serenita’. Nessuno vuole commentare apertamente il possibile referendum.

Ma a taccuini chiusi tutti ammettono: “La finestra per poter votare si allunga”. Anche se tra gli alleati della maggioranza comincia il gioco di accuse reciproche: un ministro del Pd sospetta che sara’ “Iv a far cadere il governo”, mentre un dirigente di Italia Viva respinge la palla: “sono i dem a voler andare al voto”. Il timore del Pd e’ che la Lega, magari con la sponda di Iv, potrebbe approfittare di questi ‘tempi supplementari’ della vecchia norma con cui si eleggono 945 deputati per attirare con la sirena della rielezione i senatori M5s dissidenti necessari a far cadere il governo: l’obiettivo, e’ il sospetto nelle fila governative del Pd, e’ che il Carroccio voglia chiudere la legislatura anche prima delle elezioni in Emilia Romagna per capitalizzare un consenso che comincia a mostrare qualche cedimento, votando con il Rosatellum. Se infatti la Consulta desse il via libera anche al referendum chiesto dalla Lega, anche questo, in caso di crisi di governo, si terrebbe dopo le elezioni politiche (come gia’ successo nel 2006). Dalla Lega per ora giunge solo il commento di Matteo Salvini che si schiera a favore del taglio dei parlamentari ma nessuno di loro vuole legare il referendum alla durata della legislatura.

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Di certo c’e’ solo che per il Quirinale la situazione, dal punto di vista istituzionale, ha dei paletti ben precisi. Se ci sara’ la crisi di governo gia’ a gennaio, il referendum non potra’ essere considerato di per se’ un salvacondotto per non votare. Altri governi non sono previsti, essendo gia’ state ‘sperimentate’ le due maggioranze possibili e di certo non si puo’ lasciare il Paese appeso a un governo traballante per mesi, magari con i mercati internazionali in fibrillazione. Dunque, a meno di una sorprendente (e al momento fuori da ogni radar) richiesta bipartisan di lasciar proseguire il governo Conte, si andrebbe a votare e il referendum costituzionale (e anche l’eventuale referendum elettorale chiesto dalla Lega, in caso di ok della Consulta) si terrebbero alcuni mesi dopo il voto. Ovviamente, ma questa e’ una valutazione politica, si considera che le forze politiche dovrebbero assumersi la responsabilita’ di far votare gli italiani con una legge di fatto gia’ vecchia, che verrebbe soppiantata subito dopo il referendum che si terrebbe pochissimi mesi dopo le elezioni.

Con il risultato di avere un Parlamento a rischio delegittimazione. In passato addirittura, nel 1994, l’allora presidente Scalfaro sciolse le Camere perche’ era stata approvata una nuova legge elettorale. Non sara’ questo il caso, il Paese non puo’ sopportare tre elezioni in quattro anni. Ma a poche ore dalla notizia del raggiunto quorum di 64 firme necessarie per il referendum, il peso politico di ogni passaggio viene gia’ esaminato dalle forze politiche in ogni suo aspetto: se da un lato c’e’ la sirena della rielezione di 945 parlamentari con un sistema elettorale conosciuto, dall’altro c’e’ il fattore di una campagna referendaria contro il popolare argomento propagandistico del taglio di 345 parlamentari. Nelle prossime ore i partiti si riuniranno e cominceranno a disegnare le loro strategie, ma di certo la notizia del possibile referendum non ha contribuito a rasserenare il clima.

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