A Trento foto e video ricordano la Grande guerra “Cent’anni dopo”

28 aprile 2018

Cinque sguardi per raccontare la Prima guerra mondiale ripercorrendo il “sentiero della pace”, che si snoda per oltre 500 chilometri dal Tonale alla Marmolada attraverso il Trentino, dove si fronteggiarono l’esercito italiano e quello austro ungarico: il Palazzo delle Albere a Trento ospita la mostra “Cent’anni dopo – Ricordi di guerra, sguardi di pace” realizzata da Fujifilm Italia in collaborazione con Trentino Marketing e il supporto di Montura. I fotografi Luciano Gaudenzio, Daniele Lira, Nausicaa Giulia Bianchi e Pierluigi Orler e il video maker Gianluca Colla sono gli autori della mostra, curata da Giovanna Calvenzi, risultato di mesi di esplorazioni nelle montagne e nelle valli dove si combatteva 100 anni fa. Gaudenzio li ha visitati con il collega Lira, trentino e guida alpina: “Sapevamo che i nostri due stili erano completamente diversi, c’era un rispetto reciproco, io ho cercato di posare lo sguardo sui grandi paesaggi e le luci che enfatizzavano la tridimensionalità dei paesaggi, lui ha cercato di far vedere come quello stesso sentiero che attraversava paesaggi di guerra è diventato di pace, frequentato dagli innamorati e dai turisti”. Il suo percorso si intitola “Lo sguardo oltre” perché cerca di andare oltre il visibile. Nausicaa Giulia Bianchi è partita da una frase di Mario Rigoni Stern che dice “La grande guerra oggi è più lontana della luna”.

“Ho giocato tutto sul tentativo di riavvicinamento, e secondo me per noi esseri umani l’unico modo è raccontare storie. L’espressione teatro di guerra, che indica il luogo del conflitto, per me è diventata quasi un’espressione letterale, quindi provare a ridare vita a quello che potevo testimoniare con la mia macchina fotografica oggi”. La natura è protagonista con i suoi colori, è quasi personalizzata nei suoi elementi che raccontano quello che hanno visto, accanto alle persone ritratte nei luoghi simbolo di quella guerra. “È puro reportage ma spero che quando lo guardi ti chiedi ma è successo ieri o oggi, ma quello che è successo ieri può ancora succedere oggi?”. Le emozioni attraversano tutti i lavori in mostra, per Pierluigi Orler sono diventate carburante di una narrazione dove protagoniste sono le geometrie degli spazi che inquadrano i soggetti. La mostra, come spiega Guglielmo Allogisi di Fujifilm Italia, permette di capire anche le difficoltà, le fatiche, il sacrificio dei soldati in un contesto di paesaggio bello in modo dirompente. “Il fine ultimo è il ricordo, di non non fare sbiadire i ricordi di quella che è stata la Grande guerra, di quello che ci ha permesso di essere quello che siamo oggi, e quindi unire a delle bellissime immagini delle fortissime emozioni”.

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