Wall Street decolla dopo l’annuncio di Trump: pausa di 90 giorni per i dazi reciproci

Wall Street borsa

Nel giorno in cui Donald Trump ha annunciato una sorprendente pausa di 90 giorni per i dazi reciproci, Wall Street ha reagito con un entusiasmo esplosivo. L’allontanarsi dello scenario peggiore di una guerra commerciale globale – che sembrava destinata a trascinare il mondo in una profonda recessione – ha spinto i listini americani a guadagnare oltre 5.500 miliardi di dollari in una sola giornata. Il Dow Jones ha chiuso in rialzo del 7,87%, il Nasdaq ha registrato un balzo del 12,16%, mentre lo S&P 500 è salito del 9,51%, segnando la sua migliore performance dal 2008.

L’annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno dopo settimane di tensioni commerciali e di panico sui mercati globali. Trump ha sospeso temporaneamente i dazi contro alcuni Paesi, escludendo però la Cina, nei confronti della quale ha invece aumentato le tariffe al 125%. Secondo il segretario al Tesoro Scott Bessent, “la Cina è la principale fonte dei problemi commerciali degli Stati Uniti” e la decisione di mantenere alta la pressione su Pechino riflette la volontà di Washington di negoziare “accordi su misura” con i vari Paesi coinvolti.

Europa resta indietro, ma domani potrebbe essere diverso

Le Borse europee, chiuse prima dell’annuncio di Trump, non hanno potuto beneficiare immediatamente della spinta positiva proveniente da Wall Street. Al contrario, hanno concluso la seduta in profondo rosso, bruciando circa 446 miliardi di dollari. Parigi e Francoforte hanno accusato perdite intorno al 3%, mentre Milano è scesa del 2,75%.

A pesare sono state soprattutto le contromisure cinesi ai dazi americani, con tariffe innalzate dal 34% all’84%, che hanno alimentato timori di ulteriori ritorsioni.
Tuttavia, l’ottimismo generato dall’annuncio di Trump lascia presagire una ripresa già dalla prossima sessione. Anche Bruxelles ha approvato un pacchetto di contromisure da 21 miliardi di euro, dimostrando che l’Unione Europea non rimarrà passiva di fronte alle politiche tariffarie aggressive di Washington.

Una decisione strategica o forzata?

L’inaspettata marcia indietro di Trump solleva interrogativi sulle motivazioni alla base della decisione. Per alcuni analisti, si tratta di una risposta diretta alle crescenti pressioni interne ed esterne. Il tracollo dei mercati azionari era già stato parzialmente gestito, ma le recenti tensioni sui Treasury – considerati tradizionalmente un “bene rifugio” – avevano amplificato i timori di una recessione economica globale.

Negli ultimi giorni, un’ondata di vendite si è abbattuta sui titoli di debito americani, alimentata dai dubbi sull’impatto inflazionistico a lungo termine dei dazi e dalle incertezze sul piano di Washington per ridurre il deficit commerciale. Gli occhi erano puntati soprattutto sulla Cina, il secondo maggior detentore di Treasury al mondo dopo il Giappone. La paura che Pechino potesse decidere di vendere massicciamente i suoi bond in ritorsione ai dazi ha fatto tremare gli investitori.

Nonostante ciò, l’annuncio di Trump ha temporaneamente dissipato i timori sui Treasury, anche se la partita con la Cina resta aperta. Fra gli osservatori c’è chi mette in guardia: l’euforia iniziale potrebbe essere mal riposta, poiché altri 90 giorni di negoziati lasciano ancora ampio spazio all’incertezza.

Trump: “Xi Jinping vuole un accordo, ma non sa da dove iniziare”

In una conferenza stampa improvvisata alla Casa Bianca, Trump ha cercato di rassicurare gli investitori, ribadendo che la sua decisione è stata guidata dalla volontà di favorire accordi equi con tutti i Paesi. “Ho pensato che la gente stesse diventando un po’ spaventata”, ha dichiarato, aggiungendo che la pausa di 90 giorni offre tempo prezioso per negoziare.

Riguardo alla Cina, Trump ha mostrato un tono più conciliante: “Xi Jinping è un mio amico. Mi piace. È un uomo intelligente, faremo un buon accordo”. Tuttavia, ha ribadito che Pechino deve compiere il primo passo: “Sa benissimo cosa deve fare, ci faremo una telefonata e sarà tutto risolto”.

Reazioni internazionali

Il vicepremier italiano Antonio Tajani ha accolto con favore la decisione di Trump, interpretandola come un segnale positivo per il negoziato. “Il governo italiano ha sempre sostenuto un approccio che non favorisca una guerra commerciale dannosa per cittadini e mercati di tutto il mondo”, ha dichiarato Tajani. Anche l’indice Vix, noto come “indice della paura”, ha registrato un crollo del 29%, attestandosi a 37,41 punti. Un chiaro segnale che gli investitori stanno recuperando fiducia, almeno nel breve termine.

Una tregua temporanea, ma il futuro rimane incerto

La decisione di Trump rappresenta senza dubbio una boccata d’ossigeno per i mercati globali, ma non elimina del tutto le incertezze. I prossimi 90 giorni saranno cruciali per determinare se le trattative porteranno a soluzioni durature o se la tregua sarà solo momentanea. Nel frattempo, Wall Street festeggia, mentre Europa e Cina si preparano a giocare le loro carte nella speranza di evitare nuove turbolenze economiche. La guerra commerciale non è finita, ma forse – almeno per ora – si è trovato un modo per prender fiato.