Banche fallite, il governo si salva. Bocciata la mozione di sfiducia al ministro Boschi

Banche fallite, il governo si salva. Bocciata la mozione di sfiducia al ministro Boschi
18 dicembre 2015

L’aula della Camera ha respinto la mozione di sfiducia, presentata dai 5 stelle, nei confronti del ministro delle riforme e dei rapporti con il parlamento, Maria Elena Boschi, con 129 sì e 373 no. A favore hanno votato M5s, Si-Sel, Lega nord, Fdi-An. Contrari Pd, Area popolare, Conservatori e riformisti, Ala, Scelta civica, Pi-Cd, Psi, Minoranze linguistiche. Forza Italia non ha partecipato al voto.

BOSCHI Sicuramente certa dei numeri, la difesa del ministro delle Riforme è stata piena di precisazioni, orgoglio e anche un pizzico di punzecchiature rispetto al trattamento riservatole dagli “invidiosi” della sua posizione e giovane età.  La ministra ha parlato di suo padre a testa alta: “Se mio padre fosse stato davvero favorito – ha detto – sarei la prima a dimettermi. Ma sono state dette un sacco di falsità: è in corso un attacco politico contro il governo e la mia famiglia”. “Sono orgogliosa di far parte di un governo – ha detto in Aula – che esprime un concetto molto semplice: chi sbaglia deve pagare, chiunque sia, senza differenze e favoritismi. Se mio padre ha sbagliato deve pagare. Non c’è spazio per doppie misure e favoritismi. Non è mia intenzione – ha aggiunto – esprimere valutazioni per la campagna contro la mia famiglia e contro il governo”. Chiudendo il suo intervento alla Camera ha scagliato una lancia contro i suoi avversari politici: “La realtà dei fatti – ha aggiunto – è molto più forte del qualunquismo, della demagogia e del populismo che dice che alcuni non sono uguali davanti alla legge. Nella nostra Italia siamo tutti uguali davanti alla legge e questo è dimostrato. Auguro a tutti voi di giudicare i fatti, che sono più forti della demagogia. A chi pensa così di indebolire il governo, dico: lasciate perdere”. “Il Governo è attrezzato per respingere attacchi e portare avanti la nostra azione. Non ci fermeranno le bugie, ma andremo avanti per dare all’Italia una nuova opportunità”, ha concluso. Boschi lancia la “sfida” ai “colleghi” che hanno firmato la mozione di sfiducia. “Io sono dalla parte delle istituzioni e non ho mai favorito familiari o amici, non c’è nessun conflitto di interessi”, ha detto chiamando il giudizio della Camera sul fatto se abbia o no tratto “vantaggi” dalla vicenda Banca Etruria. “I colleghi sono liberi di pensare quello che vogliono ma dico che le maldicenze, le invidie e i chiacchiericci che mi hanno coinvolto non mi fanno paura, anche perché ho avuto attestati di stima ed amicizia non solo da parte dei colleghi ma anche di cittadini che mi incoraggiano ad andare avanti”.

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M5S Il documento di sfiducia dei pentastellati viene illustrato da Davide Crippa, che denuncia i rapporti del padre del ministro, ma anche di altri parenti di lei con Banca Etruria, che definisce “la banca di famiglia”. Mentre Beppe Grillo sul suo blog ha scritto: “Banca Etruria: il ministro Boschi è azionista, il padre è vicepresidente, il fratello e la cognata dipendenti. La Boschi non è un ministro, è un conflitto di interessi ambulante! E poi speculazioni finanziarie, decreti ad hoc, strani rialzi azionari, procure che vogliono vederci chiaro, traffici con Londra. 431 milioni di euro bruciati, 12.500 famiglie sul lastrico, anziani truffati, epiloghi tragici. Che altro per rassegnare le dimissioni?”. Poi lancia su Twitter l’hashtag #boschiacasa. Ascuotere l’Aula poi ci ha pensato il pentastellato Alessandro di Battista che, invitando la ministra a dimettersi, ha parlato di “oscena ipocrisia. Se quello che è successo a Boschi fosse accaduto in epoca berlusconiana, a Carfagna o Gelmini, sarebbero insorti tutti”. E aggiunge: “I partiti sono diventati come le banche, gestiscono i nostri soldi: partiti e banche sono la stessa cosa e come le banche piazzano titoli tossici anche i partiti piazzano provvedimenti tossici”.

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