Teatro Massimo, dirige Mihkel Kütson

29 maggio 2014

Venerdì 30 maggio alle ore 20:30 nuovo appuntamento della Stagione Sinfonica del Teatro Massimo con un concerto diretto dall’estone Mihkel Kütson; ospite il mezzosoprano palermitano Chiara Amarù, giovanissima interprete, considerata una delle voci più interessanti dell’ultima generazione di cantanti. Il programma affidato all’Orchestra del Massimo prevede in apertura l’ouverture dall’opera Oberon di Carl Maria von Weber del 1826, quindi Aretusa di Ottorino Respighi su versi di Shelley (1911) con l’attesa presenza del mezzosoprano Chiara Amarù, la Sinfonia n. 104 in Re maggiore Hob. I:104 “London” (1795) e, nella seconda parte, la Sinfonia n. 4 in Do minore D. 417 “Tragica” (1816).

Il programma ha quindi nel brano di Respighi il momento più atteso per rarità d’esecuzione e per l’interprete: eseguita per la prima volta al Teatro Comunale di Bologna il 17 marzo 1911 (direttore Guido Carlo Visconti di Modrone, cantante Chiarina Fino Savio, voce prediletta dal compositore bolognese), Aretusa è una composizione di particolare impegno tecnico scritta su versi di Shelley tradotti da Roberto Ascoli. Di andamento ondivago (Allegro moderato, Più mosso, Largamente, Tempo I, Più mosso, Moderato, Calmo), il brano narra la storia della ninfa acquatica Arethusa e, musicalmente, approfondisce soluzioni di orchestrazione che verranno presto definite nel celebre poema sinfonico Fontane di Roma. Nella carriera di Ottorino Respighi, il rapporto con l’antichità, sia letteraria (come nel caso di Aretusa), sia musicale (per esempio nelle Antiche arie e danze per liuto), sia figurativa (Trittico botticelliano), fu assiduo e profondo: orchestrò il Lamento di Arianna di Monteverdi e ne elaborò l’Orfeo per rappresentazioni scaligere, trascrisse per conto di Ricordi diverse composizioni barocche, studiò e si ispirò lungamente al canto gregoriano e alla polifonia “classica” di Palestrina.

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