Se anche l`ok della Camera al ddl autonomia arrivasse dopo le Europee “non sarebbe un problema: per noi l`importante è che non torni in Senato” e per capirlo basterà vedere gli emendamenti che saranno presentati in Aula, “se FI e FdI non ne presenteranno anche se l`ok arriverà qualche giorno dopo non cambia niente”. È Igor Iezzi, capogruppo della Lega in commissione Affari Costituzionali della Camera, a mettere in chiaro la nuova intesa che si sta profilando nella maggioranza del governo Meloni.
Dunque si va in aula il 29 aprile per la discussione generale, come stabilito. Ma l’approvazione da parte della Camera può arrivare anche a giugno, a patto che il testo sia considerato blindato. È un upgrade rispetto all’accordo politico che, fino a qualche giorno fa, voleva l’ok entro il voto dell’8 e 9 giugno ai provvedimenti bandiera dei partiti di centrodestra (autonomia differenziata, premierato e separazione delle carriere). C’è la presa d’atto che il trittico in un mese (al netto del ponte del 25 aprile e primo maggio e della consueta settimana di pausa delle Camere prima delle elezioni) non è realistico. E che anzi il provvedimento più vicino al traguardo è solo quello caro a Matteo Salvini. Un provvedimento mal digerito dai governatori azzurri del Sud come Roberto Occhiuto e Renato Schifani. Quindi la Lega concede di rinviare con la promessa che gli azzurri non faranno scherzi presentando emendamenti che potrebbero mettere a rischio il testo.
“Al momento non sono state sollevate obiezioni di carattere tecnico o politico quindi al momento mi risulta non ci siano emendamenti di FI rispetto al testo iniziale. Teniamo fede agli impegni”, assicura il deputato FI Paolo Emilio Russo, tra i relatori del ddl autonomia. Sull’iter vigila il padre della riforma, il ministro Roberto Calderoli, sempre presente in commissione Affari Costituzionali dove oggi si è chiusa la due giorni di discussione generale. Martedì alle 12 scadrà il termine per gli emendamenti, l’opposizione ne ha annunciati centinaia ma non ostruzionistici: “Non ci presenteremo con le carriole come Calderoli”, osserva sarcastica la capogruppo dem Chiara Braga che continua a denunciare “una mortificazione del Parlamento: l’atteggiamento della maggioranza offende la Camera. Per opporci useremo tutti gli spazi che avete deciso di restringere in maniera incomprensibile. È un atto di resistenza”.
Nonostante le proteste dell’opposizione il timing in commissione Affari Costituzionali resta lo stesso. Il capogruppo M5s Francesco Silvestri si appella ancora al presidente della Camera, Lorenzo Fontana: “Stiamo aspettando ancora una sua risposta alla richiesta di allungare i tempi”. Le opposizioni ribadiranno il concetto lunedì in occasione della conferenza dei capigruppo che sarà convocata per decidere i tempi della fiducia al decreto Pnrr. Calderoli non si sbilancia né sui tempi (“Non posso prevederli. Il calendario del Parlamento lo fa il Parlamento”) né sul testo blindato (“Non posso prevedere cosa farà il Parlamento”). Ma la sua forse è solo scaramanzia. Nel messaggio di auguri per i 40 anni dalla fondazione della Lega non nasconde l’entusiasmo: “L`autonomia regionale, seppur ritardata di qualche settimana, sarà il regalo di compleanno per questi primi 40 anni di questa Lega ancora giovane!”.