Giorgio Armani, addio al maestro che ha ridisegnato l’eleganza mondiale

Giorgio Armani

Giorgio Armani

Si è spento a 91 anni Giorgio Armani, il signore della moda che da Piacenza ha conquistato il mondo. Con la sua visione, ha destrutturato e ricostruito il concetto stesso di eleganza, vestendo divi del cinema, capi di Stato e generazioni di uomini e donne. Un simbolo di sobrietà e potere discreto, che fino all’ultimo ha legato il proprio destino alla creatura che portava il suo nome.

Dalla medicina ai primi passi nella moda

Per suo padre avrebbe dovuto diventare medico. Armani, dopo il diploma al liceo Leonardo da Vinci di Milano, intraprese effettivamente la facoltà di Medicina alla Statale. La lasciò al terzo anno, preferendo il servizio militare e, subito dopo, un lavoro alla Rinascente. Era il 1960: il giovane Giorgio si muoveva tra scaffali e tessuti, affinando l’occhio che lo avrebbe reso unico.

Nel 1965 arrivò il passaggio decisivo: la collaborazione con Nino Cerruti. Da lì cominciò il percorso che nel 1975 lo avrebbe portato a fondare la propria maison. Quell’anno presentò la prima sfilata, dando inizio a un impero costruito con pazienza, disciplina e un’idea di stile che rompeva con la rigidità formale della moda del tempo.

Un impero guidato da visione e disciplina

«Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni»: con queste parole la famiglia e i dipendenti hanno annunciato la morte del fondatore. «Il signor Armani, come è sempre stato chiamato, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari», recita la nota ufficiale.

La sua creatività non era mai disgiunta dal rigore imprenditoriale. Armani è stato uno dei pochissimi a mantenere indipendente il proprio marchio, senza mai cedere a grandi conglomerati. Un atto di coerenza che ha reso il gruppo non soltanto un colosso economico, ma un manifesto di autonomia.

L’eredità di un visionario

Nella nota diffusa dal gruppo, dipendenti e familiari hanno sottolineato come Armani abbia esteso la propria visione ben oltre le passerelle. «Ha creato un dialogo aperto con il pubblico, diventando una figura amata e rispettata per la capacità di comunicare con tutti». Sempre attento alla comunità, il designer si è impegnato in progetti per Milano, la città che considerava la sua seconda pelle.

La camera ardente sarà allestita presso l’Armani/Teatro, in via Bergognone 59, a Milano, nelle giornate del 6 e 7 settembre. Per sua espressa volontà, i funerali si svolgeranno in forma privata.

Il cordoglio

“La Giorgio Armani è un’azienda con cinquant’anni di storia, cresciuta con emozione e con pazienza. Giorgio Armani ha sempre fatto dell’indipendenza, di pensiero e azione, il proprio segno distintivo”. Così la maison ha voluto ricordare il fondatore, ribadendo che i valori da lui incarnati continueranno a guidare il gruppo. 

Dal Quirinale è arrivato il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Armani, maestro dello stile e simbolo del genio italiano, ha ridefinito a livello internazionale i canoni dell’eleganza e del lusso”.

Mentre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha affermato: “Ci lascia a 91 anni Giorgio Armani. Con la sua eleganza, sobrietà e creatività ha saputo dare lustro alla moda italiana e ispirare il mondo intero. Un’icona, un lavoratore instancabile, un simbolo dell’Italia migliore. Grazie di tutto”.