Prima casa sì, rottamazione con regole, pensioni più giuste: ecco la ricetta di Giorgetti
Il ministro dell’Economia presenta un aggiornamento prudente della crescita 2024, accompagnato da una strategia di interventi selettivi nel rispetto degli impegni con Bruxelles.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha delineato, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, un quadro economico cauto ma fiducioso: crescita del Pil rivista leggermente al ribasso allo 0,5% per il 2024, deficit in discesa verso il 2,8% nel 2026 e una serie di misure mirate — dalle detrazioni fiscali per la prima casa alla “sterilizzazione selettiva” dell’adeguamento pensionistico — per coniugare sostenibilità di bilancio e giustizia sociale.
Il Documento programmatico di finanza pubblica, presentato dal titolare del Mef, conferma l’impegno del governo a rispettare il percorso concordato con l’Unione europea per uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo. “La sostenibilità della finanza pubblica regola la condotta di questo Esecutivo”, ha sottolineato Giorgetti, ribadendo che solo un uso accorto delle risorse potrà garantire resilienza di fronte alle incertezze macroeconomiche internazionali.
Nonostante il contesto globale incerto — segnato da tensioni geopolitiche e volatilità dei mercati — il terzo trimestre del 2025 ha mostrato “segnali incoraggianti”, con una lieve accelerazione della crescita congiunturale attesa per la seconda metà dell’anno. Tuttavia, la stima annuale è stata prudentemente ridotta di 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile. Il ministro ha però ricordato che “negli ultimi anni le stime iniziali sono state sistematicamente riviste al rialzo”, lasciando aperto uno spiraglio di ottimismo.
L’indebitamento netto proseguirà il suo percorso di riduzione: nel 2026 scenderà al 2,8%, sotto la soglia del 3% fissata dal Patto di stabilità. L’avanzo primario, intanto, si rafforzerà progressivamente fino all’1,9% nel 2028, quando il deficit si attesterà al 2,3%. Un traguardo che, secondo Giorgetti, dimostra la credibilità dell’Italia sul fronte europeo.
Prima casa e giustizia fiscale al centro delle scelte
Tra le misure più attese, il ministro ha confermato l’intenzione di prorogare “in modo selettivo” le detrazioni fiscali al 50% per gli interventi sulla prima abitazione. “Non si tratta di un’estensione generalizzata, ma di un intervento mirato”, ha chiarito, allineandosi alla logica di differenziazione che permea l’intera strategia economica del governo.
Parallelamente, il Fondo sociale per il clima sarà impiegato per la riqualificazione energetica degli immobili pubblici, con l’obiettivo di coniugare transizione ecologica e inclusione sociale. Un segnale che la sostenibilità ambientale non è più un optional, ma un pilastro della politica economica nazionale.
Pensioni, rottamazioni e difesa: equilibri tra regole e flessibilità
Sul fronte previdenziale, Giorgetti ha introdotto il concetto di “sterilizzazione selettiva” per l’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita, previsto per il 2027. “Non esistono fortunati o sfortunati, ma meritevoli e meno meritevoli”, ha affermato, indicando nei lavoratori con carriere precoci o impieghi usuranti i destinatari di un trattamento differenziato.
Anche sulla tanto discussa rottamazione delle cartelle esattoriali, il ministro ha adottato un approccio graduale: “Ci stiamo lavorando, ma non si può immaginare una rottamazione all’infinito”. Il principio guida sarà ancora una volta la distinzione tra “meritevoli e non meritevoli”, con un sistema che alternerà “bastone e carota” per incentivare la regolarizzazione senza alimentare moral hazard.
Per quanto riguarda la spesa per la difesa, Giorgetti ha ribadito con fermezza la richiesta di attivare la deroga prevista dalle regole Ue. “Non è possibile chiedere all’Italia, che sta rispettando più degli altri le regole, di aumentare le tasse o tagliare la sanità per finanziare la difesa”, ha dichiarato, sottolineando che Roma farà la sua parte “ricorrendo alla deroga” una volta superata la procedura d’infrazione.
Salari e dialogo sociale: il governo fissa la rotta, ma non decide
Infine, sul fronte del mercato del lavoro, il ministro ha espresso un parere personale ma significativo: “Credo che i contratti debbano essere rinnovati e che ci siano margini per aumenti salariali”. Pur precisando che si tratta di “riflessioni basate su dati oggettivi” e non di decisioni governative, il messaggio è chiaro: il governo riconosce la necessità di rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti in un contesto di inflazione ancora presente ma in attenuazione.
