Crosetto lancia l’allarme cyber: +53% di attacchi, serve un’Arma da 5.000 unità
Il ministro della Difesa denuncia una “guerra ibrida” asimmetrica condotta da Russia e Cina. Il piano prevede un nuovo corpo civile-militare e un centro Ue per le contromisure.
Guido Crosetto
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha denunciato oggi in un documento ufficiale un aumento del 53% degli attacchi cyber nel primo semestre, chiedendo la creazione di un’Arma Cyber da 5.000 unità per contrastare la guerra ibrida di Russia, Cina, Iran e Corea del Nord.
Il governo italiano si prepara a rispondere a una “guerra ibrida” fatta di cyberattacchi, disinformazione e pressioni strategiche, condotta da attori avversari nella “zona grigia” sotto la soglia del conflitto aperto. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un “non paper” di 17 pagine, delinea una minaccia “multidominio e multidimensionale” che sfrutta le debolezze delle democrazie. Per fronteggiarla, propone la creazione di un’Arma Cyber civile-militare, con una forza iniziale tra 1.200 e 1.500 unità – di cui il 75% operative – da sviluppare fino a 5.000 effettivi per garantire una difesa 24 ore su 24. Il documento evidenzia come gli attacchi informatici a infrastrutture critiche siano cresciuti del 53% nel primo semestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La minaccia asimmetrica ai sistemi vitali del Paese
“Quanto emerge è una attività malevola sotto soglia, in incessante mutamento, adattiva, volta a colpire in modo asimmetrico i centri di gravità dei nostri sistemi di governance”, osserva Crosetto. L’obiettivo di Russia, Cina, Iran e Corea del Nord è erodere la resilienza democratica e destabilizzare la società senza mai dichiarare un conflitto formale. Settori vitali come energia, trasporti, sanità e finanza sono sempre più vulnerabili. La guerra russo-ucraina, si legge, dimostra l’impunità con cui Mosca agisce, consapevole che l’Occidente spesso sceglie di non reagire a queste provocazioni.
La competizione geopolitica nel Sahel e nei Balcani
Il rapporto del Ministero della Difesa estende l’allarme oltre i confini digitali, segnalando le attività di intelligence e disinformazione russa e la penetrazione culturale cinese nel Sahel e nei Balcani, aree di prioritaria importanza per le proiezioni geopolitiche italiane. Queste regioni, si avverte, sono “attualmente in mano” a tali operazioni. Il documento invita a “promuovere meccanismi graduali e inclusivi di integrazione” per attrarre i Paesi che aspirano a entrare nella sfera di influenza occidentale, contrastando così le narrazioni nemiche basate sul passato coloniale.
La nuova dottrina: dalla contenimento alla proattività
Crosetto sostiene che un approccio meramente contenitivo non è più sufficiente e invoca una svolta proattiva. Oltre all’Arma Cyber, tra le priorità indicate c’è la definizione di uno “Spazio cyber di interesse nazionale” in cui il Ministero della Difesa possa operare in continuità. Viene proposta l’istituzione di un Centro per il Contrasto alla Guerra Ibrida per il comando e la condivisione di best practice e la promozione di un Centro Europeo dedicato per una strategia unitaria di monitoraggio e risposta, in stretta cooperazione con NATO e Unione Europea.
Ministro: “Il momento per agire è ora”
“Come non si lascerebbero cieli e confini indifesi, non si può più restare inermi di fronte alle ‘bombe ibride’”, avverte Crosetto. Il ministro invoca un’azione immediata, chiedendo norme, strutture operative e l’aggiornamento del quadro giuridico per investire in capacità di prevenzione e dissuasione. “Il momento per farlo è ora”, è il monito conclusivo del documento, che delinea una road map per trasformare la difesa nazionale in un sistema capace di anticipare e neutralizzare le minacce del XXI secolo.
