Ponte sullo Stretto, stop della magistratura contabile. Ministero: “Tecnici già al lavoro per superare tutti i rilievi”

La Corte dei conti ha negato il visto alla delibera del Cipess sul ponte sullo Stretto per violazione di due direttive europee e mancata acquisizione del parere dell’Autorità trasporti, ma il Ministero delle Infrastrutture annuncia la prosecuzione dell’iter e mobilita tecnici e giuristi per superare tutti i rilievi della magistratura contabile.

La decisione della Sezione centrale di controllo, assunta lo scorso ottobre e motivata oggi con una deliberazione ufficiale, blocca temporaneamente la registrazione necessaria per il progetto del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. Il Governo reagisce con determinazione: in una nota diffusa in serata, il MIT sottolinea la “positiva collaborazione con la Commissione europea” e ribadisce l’obiettivo di realizzare “un Ponte unico al mondo per sicurezza, sostenibilità, modernità e utilità”.

Il controllo preventivo di legittimità ha evidenziato criticità sul piano della tutela ambientale, della normativa sugli appalti pubblici e della regolazione economica dell’infrastruttura. Tecnici e giuristi ministeriali sono già al lavoro per sanare le irregolarità riscontrate e ottenere la registrazione della delibera del Cipess risalente ad agosto 2024. La battuta d’arresto non ferma dunque il cronoprogramma governativo sull’opera.

“Stiamo esaminando le motivazioni della Corte dei conti sul rifiuto del visto alla Delibera Cipess n.41/2025 che ad agosto ha approvato il progetto definitivo del ponte sullo Stretto”, dichiara l’ad della Società Stretto di Messina, Pietro Ciucci. “Siamo fiduciosi di trovare soluzioni adeguate, forti dell’impegno per realizzare l’opera secondo la legge speciale che la definisce strategica e di preminente interesse nazionale. Occorre inoltre attendere le motivazioni sul rifiuto del visto al Decreto Mit-Mef n.190/2025 per il III Atto aggiuntivo alla Convenzione, che arriveranno entro 30 giorni dalla delibera del 17 novembre”.

Tre violazioni normative bloccano la registrazione contabile

La Corte dei conti ha individuato tre motivazioni prioritarie alla base del diniego. La prima riguarda la violazione della direttiva 92/43/CE del 21 maggio 1992 sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali. Il Collegio ha riscontrato carenze nell’istruttoria e nella motivazione della cosiddetta delibera IROPI, l’acronimo che indica i motivi imperativi di rilevante interesse pubblico che possono giustificare deroghe alla tutela ambientale. La seconda violazione concerne l’articolo 72 della direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici.

Secondo la magistratura contabile, sono intervenute modificazioni sostanziali, sia oggettive sia soggettive, nell’originario rapporto contrattuale stipulato per la realizzazione dell’opera. Tali modifiche avrebbero dovuto comportare verifiche procedurali non eseguite. Il terzo profilo critico riguarda la normativa nazionale. La Corte rileva la violazione degli articoli 43 e 37 del decreto-legge 201/2011, per non aver acquisito il parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul piano tariffario. Quest’ultimo costituisce il fondamento del piano economico e finanziario dell’intera infrastruttura, rendendo il parere dell’Authority un passaggio procedurale vincolante.

Osservazioni aggiuntive non decisive per il rigetto

Nella medesima deliberazione, la Sezione centrale ha formulato ulteriori osservazioni su profili confermati dopo l’adunanza collegiale. Tali rilievi, pur presenti nel documento motivazionale, non sono stati ritenuti determinanti ai fini della decisione finale di negare il visto alla delibera del Cipess. La magistratura contabile ha dunque distinto tra criticità dirimenti e aspetti problematici di minore gravità.

La struttura argomentativa della delibera evidenzia un approccio metodico: il Collegio ha isolato le violazioni prioritarie che, da sole, giustificavano il diniego di registrazione. Le osservazioni accessorie potrebbero tuttavia assumere rilievo qualora il Governo decidesse di ripresentare la delibera dopo aver sanato i tre profili critici principali.

Scontro politico sull’ipotesi di “via libera con riserva”

Il deputato del Movimento 5 Stelle Agostino Santillo, vicepresidente della commissione Ambiente, ha attaccato duramente l’amministratore delegato della Società Stretto di Messina Pietro Ciucci. Secondo Santillo, Ciucci avrebbe annunciato la possibilità di procedere con un “via libera con riserva” nonostante i rilievi della Corte dei conti. “La magistratura contabile denuncia la reiterata forzatura delle procedure, e lui propone un altro sgorbio procedurale”, ha scritto il parlamentare sui social.

Santillo ha chiesto al presidente del Consiglio Giorgia Meloni di rimuovere Ciucci dall’incarico, definendo “baracconata” l’intera vicenda del ponte. Il deputato pentastellato ha ribadito che a gennaio 2025 non partirà alcun cantiere e che nel 2033 non ci sarà alcun collegamento stabile tra le due regioni. Ha inoltre criticato le dichiarazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani sul ruolo strategico del ponte come “lato Sud della NATO”.

Ciucci respinge le accuse: “Affermazioni fuorvianti”

La replica dell’amministratore delegato è stata immediata. Ciucci ha definito “fuorvianti” le affermazioni di Santillo, precisando di non aver mai annunciato l’intenzione di procedere con un via libera condizionato. “Questa è un’opzione prevista dalla norma”, ha spiegato Ciucci, “ma nel corso dell’audizione parlamentare di ieri ho evidenziato le criticità legate a questa ipotesi in termini di impatto sulla fase esecutiva”.

L’amministratore delegato ha invitato a verificare la registrazione integrale dell’audizione, disponibile sui canali web del Parlamento. “Ho affermato con decisione che siamo fiduciosi e determinati a ottenere dalla Corte una registrazione piena”, ha dichiarato Ciucci, “nella convinzione di aver operato nel completo rispetto delle norme italiane ed europee”. L’audizione si è svolta presso la Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità.